I vescovi boliviani: governo e opposizione scelgano la via del dialogo
“Nonostante siano stati identificati i punti principali per il dialogo che dovrebbe
aprire vie per risolvere il conflitto, non esistono tuttora le condizioni per avviare
questo incontro”. Così l’episcopato boliviano in una nota di mons. Jesús Juárez Párraga,
vescovo della diocesi di El Alto, segretario della conferenza episcopale. Nel documento
i presuli informano l’opinione pubblica sulle cause che ritardano l’avvio di negoziati
tra il governo del presidente Evo Morales e i settori dell’opposizione. Questo ritardo,
rilevano i vescovi, si spiega perché purtroppo “persiste grande sfiducia tra le parti;
perché alcune dichiarazioni pubbliche, nonché misure governative, non aiutano alla
creazione di un clima favorevole”; perché – si legge nella nota – “tutte le parti
nonché le entità chiamate a facilitare il dialogo, non riescono tuttora a definire
con precisione gli interlocutori autorevoli”. La Chiesa boliviana quando, a richiesta
delle parti, aveva assunto l’impegno di favorire i negoziati si era sforzata nel dare
periodica e pubblica informazione sull’andamento della situazione; perciò, oggi, “desidera
ribadire la sua vocazione di servizio alla pacificazione e al dialogo”. In queste
settimane, si aggiunge nel testo, numerosi sono stati gli incontri con alti esponenti
delle parti allo scopo di avvicinarli verso un momento d’incontro diretto. I vescovi
esortano poi “tutti gli attori coinvolti in questo processo a misurare la grave responsabilità
che pesa su ciascuno e, dunque, a far sì che prevalga una chiara volontà di dialogo
sostenuta da gesti e atteggiamenti coerenti”. Infine, i presuli invitano tutti a lavorare
per “evitare altri scontri che possano condurre alla violenza”. E avvertono che, oggi
più che mai, le autorità nazionali, regionali e locali, devono avere chiara coscienza
“del servizio che prestano alla società”. Devono allontanarsi – concludono - da qualsiasi
gesto che sostenga lo scontro e la tensione. (A cura di Luis Badilla)