2008-05-01 12:58:12

Maggio, mese di Maria: il Papa affida alla Madre di Dio le necessità della Chiesa e di tutto il mondo. La riflessione del cardinale Poupard


Per antica tradizione popolare, il mese di maggio è dedicato a Maria: Benedetto XVI affida a Lei le necessità della Chiesa e del mondo intero. Maria - afferma il Papa - è madre e maestra per i cristiani di tutti i tempi. Sabato prossimo alle 18.00 il Pontefice presiederà la preghiera del Rosario nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore mentre nella serata del 31 maggio sarà in Piazza San Pietro per le celebrazioni conclusive del mese mariano. Ma perchè i cristiani hanno voluto dedicare alla Madre di Gesù il mese di maggio? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della cultura:RealAudioMP3

R. – E' stata un’esigenza del popolo cristiano che risale lontano nel tempo. Ricordo, nella mia infanzia angioina, noi con la mamma, con la sorella, con tutti, si andava ad adornare di fiori, e non soltanto ad adornare di fiori ma presentare alla Madonna i fiori più belli, che sono le preghiere.

 
D. – Che ruolo ha Maria nella storia della salvezza? Cosa dice la dottrina cattolica a tal proposito?

 
R. – Dice la cosa meravigliosa che noi affermiamo nel nostro Credo: Gesù, il Salvatore e Figlio di Dio, è nato da Maria Santissima per la nostra salvezza. Nei primi secoli della Chiesa, ci sono state grandi discussioni e il Concilio di Efeso l’ha definita come la “theotokos”, la Madre di Dio. E mi commuove sempre, quando giro per l’Europa, e in particolare a Mosca, di vedere questa scritta: Maria, Madre di Dio. E allora, l’essenziale della fede è questa: non si può separare il Figlio dalla Madre. Ed è con questa convinzione di fede che, nella Chiesa, nel corso dei secoli, si è affermata proprio l’Immacolata Concezione perché non poteva avere la macchia del peccato. E poi, fino all’Assunta, che è l’ultimo dogma definito da Papa Pacelli – Pio XII – che Maria è stata assunta in corpo e anima. Perché? Maria non poteva rimanere separata dal Cielo, e così per noi è di un’importanza grandissima.

 
D. – Eminenza, sul piano pastorale come tradurre l’amore per Maria nell’incontro personale con Gesù?

 
R. – E’ di seguire quello che il Servo di Dio, Giovanni Paolo II, ci ha insegnato: che Maria è la Donna eucaristica. A me piace molto questa espressione che ci ha regalato: Maria, Donna eucaristica. E vuol dire che noi – sacerdoti, fedeli – quando celebriamo la Santa Eucaristia, preghiamo Maria di aiutarci a ricevere Cristo come Lei l’ha ricevuto, primo Tabernacolo. Anche noi siamo chiamati a diventare tabernacoli di Cristo. E allora, mi torna anche un altro ritornello della mia infanzia: noi cantavamo, per andare a Gesù, “andiamo, cristiani, andiamo da Maria”. E come si sa, è da San Luigi Grignon de Montfort, che Giovanni Paolo II ha tratto il suo motto “Totus tuus”. In altre parole: la pastorale è semplice e profonda. Noi andiamo verso Cristo e per andare verso Cristo andiamo con la Madonna.

 
D. – La devozione mariana è molto diffusa nel mondo, ma può accadere che conviva con una divaricazione pratica tra fede e vita vissuta. Come purificare questa religiosità perché diventi autentica fede?

 
R. – Anche il Concilio Vaticano II, nella Costituzione pastorale “Gaudium et Spes”, insiste molto sulla necessità di superare questa divaricazione pratica tra fede e vita vissuta. Come purificare questa religiosità perché diventi autentica fede? Con un insegnamento semplice e autentico. Abbiamo sempre bisogno di nutrire la fede, perché la devozione rimanga autentica, cioè – lo ripeto sempre – Maria, per andare a Gesù.

 
D. – Ci permette, eminenza, una domanda personale? Lei come prega Maria?

 
R. – Io prego Maria come un bambino, come un ragazzo la sua mamma cara. Io sono stato abituato da ragazzino, ho imparato proprio sulle ginocchia della mamma questa preghiera, l’“Ave Maria”, e non posso addormentarmi senza averla ripetuta. E la mia preghiera preferita è l’“Ave Maria”, ogni giorno: io ho il privilegio di avere a casa mia una piccola comunità di suore, e con le suore, ogni pomeriggio, davanti al Santissimo esposto, preghiamo i misteri del Rosario. E non ci stanchiamo mai, perché questi misteri sono insieme di una semplicità e una profondità immensi, perché sono i misteri della vita di Maria che sono i misteri di Cristo e che sono i misteri della nostra vita, della nostra vita personale, gioiosa, luminosa, dolorosa, gloriosa, della vita delle nostre famiglie, delle nostre città, del nostro Paese, della Chiesa e del mondo.







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