2008-05-01 13:57:09

Festa del Lavoro: manifestazioni nel mondo per la sicurezza e contro il carovita


Più sicurezza sul posto di lavoro: è l'appello che, in tutto il mondo, contraddistingue le manifestazioni per l'odierna Festa del lavoro. A questa richiesta, si associano anche numerose iniziative per denunciare il rialzo dei prezzi, specie dei generi alimentari, e richiedere una rivalutazione dei salari. Imponente la manifestazione svoltasi a Giakarta, capitale dell'Indonesia, con migliaia di persone scese in piazza contro il carovita. Sono oltre due milioni i morti nel mondo per incidenti e malattie legate al lavoro, 270 milioni gli incidenti non mortali, 160 milioni i nuovi casi di malattie professionali. Queste drammatiche cifre fornite dall’ILO, Organizzazione Internazionale del Lavoro, invitano a riflettere su come sicurezza e salute debbano essere una preoccupazione per i governi, i datori di lavoro e i lavoratori. Questo primo maggio, dunque, è dedicato alle "morti bianche" che nel 2007, in Italia, hanno visto il loro culmine nella tragedia della ThyssenKrupp a Torino. La penisola è uno dei Paesi in Europa in cui si muore di più sul posto di lavoro, sebbene la situazione stia migliorando: lo conferma al microfono di Francesca Sabatinelli, Félix Martin Daza, responsabile della formazione su salute e sicurezza sul lavoro del centro internazionale di formazione dell’ILO a Torino:RealAudioMP3


R. – Bisogna capire che, negli ultimi 30 anni, in Italia diminuisce costantemente il numero degli infortuni sul lavoro e anche delle "morti bianche". Però, non è così facile calcolare tutto. Anche a livello dell’Unione Europea è difficile avere statistiche comuni, perché ci sono diverse considerazioni in diversi Paesi su cosa si considera “malattia professionale”. Un altro problema consiste anche nel fatto che nell’Unione Europea ci sono anche Paesi che incontrano problemi nel registrare tutti gli infortuni e le malattie sul lavoro: ecco, tutto questo non contribuisce ad avere un’immagine chiara sui veri numeri degli infortuni e delle malattie sul lavoro. Devo dire, comunque, che sia l’Europa, sia il Nord America sono i Paesi dei quali abbiamo i dati migliori, ovviamente. In altri Paesi, quelli in via di sviluppo, i numeri sono ancora peggiori: le statistiche non sono ben raccolte, non ci sono sistemi buoni di registrazione… dunque non è facile!

 
D. – Félix Martin Daza, infortuni e "morti bianche" sono sempre da imputare alla scarsa messa in atto di misure di sicurezza?

 
R. – Ci sono tante considerazioni che è necessario fare sugli infortuni sul lavoro e sulle attività che si svolgono sia nelle aziende sia a livello nazionale per la prevenzione. C’è bisogno di una grande attività legislativa a livello nazionale, di forte vigilanza, un’attività di promozione, di formazione, di informazione e ci sono tante iniziative che è necessario intraprendere anche a livello delle singole aziende, specialmente quelle che prevedono processi lavorativi pericolosi. Io direi che è importante non pensare che tutti questi infortuni e queste malattie dipendano da una sola ragione: è un problema complesso, non è un problema semplice.

 
D. – Secondo l’ILO, gli strumenti a disposizione dei Paesi dell’Unione per prevenire sono sufficienti?

 
R. – In Italia e anche in altri Paesi dell’Europa c’è un quadro legislativo, ci sono delle autorità di vigilanza, delle azioni di formazione e informazione a livello nazionale; ci sono anche iniziative che si svolgono in azienda: si fa la valutazione dei rischi, si fa il controllo del rischio … Questa è la strada giusta. Però, si può e si deve fare di più. Ci sono sicuramente delle imprese in cui bisognerebbe avere maggiore consapevolezza, sia da parte dei datori di lavoro, sia da parte dei lavoratori, su questa problematica. Una delle misure che in diversi Paesi dell’Unione Europea si stanno applicando per ridurre gli infortuni, è lavorare contro il lavoro sommerso: non c’è nessun rapporto sugli infortuni in questo ambito. Questa condizione del lavoro sommerso è una condizione di pericolosità. Le iniziative contro il lavoro sommerso possono contribuire a ridurre infortuni e malattie sul lavoro.







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