2008-05-01 12:00:34

Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica a 140 anni dalla fondazione: intervista con mons. Domenico Sigalini


Inizia oggi a Roma, alla Domus Pacis, la XIII Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, sul tema ‘Cittadini degni del Vangelo. Ministri della sapienza cristiana per un mondo più umano’. Vi prendono parte circa 1000 delegati, con il compito di discutere e approvare il documento programmatico per il triennio 2008-2011 ed eleggere i nuovi responsabili nazionali. Questa Assemblea coincide con il 140.mo anniversario di fondazione dell’Azione Cattolica, avvenuta il 2 maggio 1868. Sono passati dunque tanti anni: ma cosa resta oggi dello spirito originale dell'associazione? Giovanni Peduto lo ha chiesto al suo assistente spirituale, mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina:RealAudioMP3


R. – Resta soprattutto il grande amore alla Chiesa. Quando questi ragazzi nel 1868 si sono messi insieme, volevano dire la loro lealtà, il loro amore al Santo Padre in tempi piuttosto difficili, in cui era quasi impossibile per l’Italia riconoscere l’alto magistero del Papa. C’erano tutte le questioni storiche che non sto a ricordare e questi ragazzi vedevano che cambiava il mondo, ma questo mondo stava togliendo loro dal cuore la loro fede, il loro ardore apostolico. E allora hanno detto: 'mettiamoci insieme, noi vogliamo stare con la Chiesa e con il Papa'. Questo amore al Papa è una caratteristica fondamentale dell’Azione Cattolica che permane oggi molto radicata.

 
D. - Con quali sentimenti vivete questo storico traguardo e cosa vi proponete per il futuro?

 
R. – Evidentemente, l’Azione Cattolica fa 140 anni, il che vuol dire che cento anni sono stati la storia, un’altra storia è cominciata 40 anni fa con il Concilio Vaticano II e quindi con l’aggiornamento di tutta la nostra esperienza di vita cristiana, di vita parrocchiale, di vita diocesana che oggi si vuole portare avanti. L’Azione Cattolica, oggi, ridice la sua fedeltà dentro questo cambiamento del tempo, ma con la stessa limpida fede e con lo stesso coraggio e con gli stessi percorsi di santità.

 
D. - Quali sono oggi le sfide più significative per l'Azione Cattolica Italiana?

 
R. – Sono sicuramente quelle che sfidano la Chiesa, per esempio l’affievolirsi della fede. Quindi, non si tratta più di vedere se i cristiani praticano o no, perché se non c’è pratica è perché manca la fede, e allora occorre una forte rigenerazione della fede delle persone, delle comunità cristiane, un afflato missionario, cioè una capacità di portare il Vangelo in tutti gli ambienti, di iscriverlo nelle leggi, nei comportamenti, nella vita pubblica, economica, nella vita sociale, e soprattutto, poi, sempre questa adesione interiore a Gesù Cristo che sta alla base di tutto.

 
D. - Domenica prossima, la Messa con il cardinale Bagnasco in Piazza San Pietro; poi, l’incontro con il Papa. In che modo il Magistero di Benedetto XVI sostiene, a suo parere, l’Azione Cattolica Italiana nella sua missione?

 
R. – Intanto, lo sostiene perché come Papa quando parla, per noi, è sempre un sostegno. Quindi, le due Encicliche che ha fatto e quella di prossima pubblicazione che stiamo aspettando, sono per noi la Magna Charta sulla quale riformuliamo la nostra adesione alla Chiesa. Però, dobbiamo dire che è la prima volta che l’Azione Cattolica si incontra con Papa Benedetto XVI e siamo molto in attesa di quello che ci dirà e di quale linea vorrà dare a questa grande associazione che è sempre stata all’ascolto dei Sommi Pontefici.







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