Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica a 140 anni dalla fondazione: intervista
con mons. Domenico Sigalini
Inizia oggi a Roma, alla Domus Pacis, la XIII Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica
Italiana, sul tema ‘Cittadini degni del Vangelo. Ministri della sapienza cristiana
per un mondo più umano’. Vi prendono parte circa 1000 delegati, con il compito
di discutere e approvare il documento programmatico per il triennio 2008-2011 ed eleggere
i nuovi responsabili nazionali. Questa Assemblea coincide con il 140.mo anniversario
di fondazione dell’Azione Cattolica, avvenuta il 2 maggio 1868. Sono passati dunque
tanti anni: ma cosa resta oggi dello spirito originale dell'associazione? Giovanni
Peduto lo ha chiesto al suo assistente spirituale, mons. Domenico Sigalini,
vescovo di Palestrina:
R. –
Resta soprattutto il grande amore alla Chiesa. Quando questi ragazzi nel 1868 si sono
messi insieme, volevano dire la loro lealtà, il loro amore al Santo Padre in tempi
piuttosto difficili, in cui era quasi impossibile per l’Italia riconoscere l’alto
magistero del Papa. C’erano tutte le questioni storiche che non sto a ricordare e
questi ragazzi vedevano che cambiava il mondo, ma questo mondo stava togliendo loro
dal cuore la loro fede, il loro ardore apostolico. E allora hanno detto: 'mettiamoci
insieme, noi vogliamo stare con la Chiesa e con il Papa'. Questo amore al Papa è una
caratteristica fondamentale dell’Azione Cattolica che permane oggi molto radicata.
D.
- Con quali sentimenti vivete questo storico traguardo e cosa vi proponete per il
futuro?
R. – Evidentemente, l’Azione Cattolica fa
140 anni, il che vuol dire che cento anni sono stati la storia, un’altra storia è
cominciata 40 anni fa con il Concilio Vaticano II e quindi con l’aggiornamento di
tutta la nostra esperienza di vita cristiana, di vita parrocchiale, di vita diocesana
che oggi si vuole portare avanti. L’Azione Cattolica, oggi, ridice la sua fedeltà
dentro questo cambiamento del tempo, ma con la stessa limpida fede e con lo stesso
coraggio e con gli stessi percorsi di santità.
D.
- Quali sono oggi le sfide più significative per l'Azione Cattolica Italiana?
R.
– Sono sicuramente quelle che sfidano la Chiesa, per esempio l’affievolirsi della
fede. Quindi, non si tratta più di vedere se i cristiani praticano o no, perché se
non c’è pratica è perché manca la fede, e allora occorre una forte rigenerazione della
fede delle persone, delle comunità cristiane, un afflato missionario, cioè una capacità
di portare il Vangelo in tutti gli ambienti, di iscriverlo nelle leggi, nei comportamenti,
nella vita pubblica, economica, nella vita sociale, e soprattutto, poi, sempre questa
adesione interiore a Gesù Cristo che sta alla base di tutto.
D.
- Domenica prossima, la Messa con il cardinale Bagnasco in Piazza San Pietro; poi,
l’incontro con il Papa. In che modo il Magistero di Benedetto XVI sostiene, a suo
parere, l’Azione Cattolica Italiana nella sua missione?
R.
– Intanto, lo sostiene perché come Papa quando parla, per noi, è sempre un sostegno.
Quindi, le due Encicliche che ha fatto e quella di prossima pubblicazione che stiamo
aspettando, sono per noi la Magna Charta sulla quale riformuliamo la nostra adesione
alla Chiesa. Però, dobbiamo dire che è la prima volta che l’Azione Cattolica si incontra
con Papa Benedetto XVI e siamo molto in attesa di quello che ci dirà e di quale linea
vorrà dare a questa grande associazione che è sempre stata all’ascolto dei Sommi Pontefici.