“Giustizia, ma nel rispetto dell’uomo”: così il vescovo di Kirkuk sul processo
contro Tarek Aziz
“Giustizia, ma nel rispetto dei diritti umani e della dignità della persona, contro
ogni condanna capitale”: è l’appello dell’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis
Sako, all’apertura del processo che vede imputato l’ex vice premier iracheno Tareq
Aziz. Volto pubblico internazionale durante la dittatura di Saddam Hussein, è accusato
dell'esecuzione di 42 persone nel 1992: rischia la pena di morte. Unico cristiano
ai vertici del regime del raìs, Tareq Aziz ha sempre messo in secondo piano la sua
appartenenza religiosa. Erroneamente, infatti, viene citato come prova del favore
goduto dalla comunità cristiana sotto la dittatura. Lo afferma l'agenzia Asia News.
E' la prima volta, da quando si è arreso alle forze USA nell'aprile 2003, che Aziz
risponde delle accuse che gli sono contestate. A presiedere il processo è il giudice
curdo Rauf Rasheed Abdel, lo stesso che pronunciò la condanna a morte di Saddam Hussein.
Al banco degli imputati, insieme ad Aziz, anche altri gerarchi dell'ex regime: il
fratellastro di Saddam, Watban Ibrahim Al Hassan, e “Ali il chimico”, già una volta
condannato a morte. (B.B.)