Le Sacre Scritture suscitano grande interesse ma solo un terzo degli europei ha letto
un brano della Bibbia nell'ultimo anno. Il dato emerge da una ricerca presentata oggi
in Vaticano
La lettura della Bibbia suscita sempre interesse ed è ritenuta autorevole. Tuttavia,
la percentuale, anche tra i credenti, di chi si accosta alle pagine del Libro sacro
non è elevata. Sono alcune delle considerazioni emerse dalla ricerca “La lettura delle
Scritture in alcuni Paesi”, patrocinata dalla Federazione Biblica Cattolica in vista
del Sinodo dei vescovi, in programma dal 5 al 26 ottobre e incentrato sul tema “La
Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Gli Stati presi in considerazione
dall’indagine, presentata questa mattina durante una conferenza stampa tenutasi nella
Sala Stampa Vaticana, sono Regno Unito, Olanda, Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia,
Italia, Polonia e Russia. Il servizio di Amedeo Lomonaco: Dalla
ricerca emerge che è larghissima la maggioranza di coloro che ritengono vero e interessante
il contenuto delle Scritture. E’ anche alta la percentuale di coloro che considerano
la Bibbia attinente alla vita quotidiana. A questi dati, bisogna poi aggiungere quello,
meno positivo, riferito alla lettura della Bibbia. Negli ultimi 12 mesi, nell’area
presa in esame in Europa hanno letto almeno un brano delle Scritture dal 20% al 38%
degli intervistati. Negli Stati Uniti, questo dato arriva al 75%. Secondo il professore
Luca Diotallevi, coordinatore del gruppo di ricerca, la vera criticità è il passaggio
dalla lettura delle Scritture alla pratica religiosa:
"Da questi dati
ci appare il processo di secolarizzazione come un processo che non estingue il riferimento
religioso dal cuore e dalle menti delle persone, ma crea problemi nel passaggio da
questo riferimento alla pratica".
Il presidente della Federazione Biblica
Cattolica, il vescovo Vincenzo Paglia, ha poi fatto notare come siano ancora troppo
pochi coloro che riconoscono nella Bibbia “il libro della loro vita spirituale”: "Ecco
perchè l’insistenza già di Giovanni Paolo II e la continua insistenza di Papa Benedetto
XVI sulla Lectio divina stanno ad indicare qual è una delle prospettive
importanti che il Sinodo deve intraprendere; questo anche perchè l’ascolto delle Scritture
più facilmente porta ad incontrare il Signore o a fare un’esperienza spirituale".
Oltre
alla conoscenza è dunque anche necessario un ritorno alla scrittura, al testo e alla
preghiera per creare un’atmosfera interiore diversa. E’ quanto ha sottolineato l'arcivescovo
Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: "Dobbiamo
riconsegnare ancora non soltanto alla teologia, non soltanto alla liturgia, ma anche
alla spiritualità privata, personale, l’ascolto e la lettura della Bibbia. Quella
Lectio divina deve diventare anche preghiera".