Il Papa chiede ai cristiani di valorizzare la cultura per promuovere i valori della
persona umana: sulle intenzioni di preghiera del Pontefice per il mese di maggio,
la riflessione dell’arcivescovo Ignazio Sanna
“Perché i cristiani valorizzino di più la letteratura, l’arte e i mass media per favorire
una cultura che difenda e promuova i valori della persona umana”: è l’intenzione generale
affidata da Benedetto XVI all’Apostolato della Preghiera per il mese di maggio. Un
invito sul quale Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione dell’arcivescovo
di Oristano, Ignazio Sanna, membro del comitato per il progetto culturale promosso
dalla Chiesa italiana: R.-
Sappiamo quanto sia importante oggi la difesa della persona umana. Ci sono delle correnti,
nella letteratura, nell’arte e un po’ nel mondo delle comunicazioni in genere che
minano l’importanza e la centralità della persona, sia nella vita di famiglia come
nella vita della società e, direi, anche nella vita politica, nella vita economica.
Richiamare l’importanza della persona vuol dire sempre mettersi dalla parte dell’uomo,
contro gli assalti che vengono talvolta attraverso questi - chiamiamoli pure - messaggi
subliminali. Uno legge un romanzo e vede che viene descritto un tipo di orientamento
nei confronti dei valori della vita. Leggendo non si rende conto, ma poi interiorizza
degli schemi e delle categorie che lo inducono a comportarsi in un determinato modo.
D.
- E dunque, i cristiani come possono promuovere e sviluppare una letteratura, un’arte
ed anche una comunicazione mass-mediale che difenda la persona umana?
R.
- Il mondo cattolico ha difficoltà ad imporsi con i romanzi o con i film o con le
riviste, perché spesso già il fatto di essere cattolico viene etichettato come di
parte, come reazionario. Non si capisce, invece, la scuola di libertà che è all’interno
della fede cristiana. In fondo, i cristiani devono essere promotori di libertà. Occorrerebbe
fare forse qualche sforzo in più per essere presenti nel mondo delle comunicazioni
sociali, nel mondo della letteratura …
D. - Quindi,
in questo senso c’è anche un grande, paziente lavoro da fare alla base, nelle scuole,
nelle famiglie…
R. - Sì. Il Papa anche parla di emergenza
educativa. Penso che ci sia molto da fare all’interno della famiglia, all’interno
della scuola. Ci dev’essere anche una integrazione tra famiglia e scuola, perché spesso
la scuola va per la sua strada e la famiglia delega alla scuola. Ma questa non ha
sempre la capacità di trasmettere determinati valori. Quindi ci dev’essere sicuramente
una grande attenzione al mondo della famiglia e al mondo della scuola.
D.
- Infine, è importante combattere questo pregiudizio secondo cui la Chiesa sarebbe
contro la cultura quando in realtà basta pensare a quanto le città, in particolare
dell’Italia, siano ricche di espressioni proprio del fervore cristiano …
R.
- La Chiesa è stata - direi - la madrina della cultura. In fondo, non dimentichiamo
che le università sono nate all’ombra delle cattedrali. Ovunque uno vada, in Italia,
si trova in un museo all’aperto e i soggetti sono sempre religiosi e gli artisti sono
sempre ispirati dalla fede cristiana. Penso che sia più giustificata questa difesa
del ruolo centrale della Chiesa nella promozione della cultura.