Nel mondo aumentano la produzione di armi e i prezzi dei generi alimentari di base
Il mondo è sempre più afflitto da gravi tendenze come il preoccupante incremento dei
prezzi di generi alimentari di base e l’aumento delle spese per alimentare eserciti
e guerre che devastano il pianeta producendo miseria, macerie e disperazione. Secondo
il direttore della FAO, Jacques Diouf, diversi Paesi potranno essere scossi in futuro
da scontri e violenze se non saranno adottate adeguate misure. Il rischio è anche
quello di violente proteste da parte di un numero sempre più grande di persone colpite,
nel mondo, dal flagello della fame. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Ci sono
Paesi che riempiono gli arsenali con investimenti sempre più massicci: nel 2006, secondo
l’ultimo rapporto del SIPRI, istituto svedese per il disarmo, sono stati spesi più
di 1200 miliardi di dollari per gli armamenti. Dal 1997 al 2007 c’è stato un incremento
delle spese per gli eserciti del 37 per cento. Tra i maggiori produttori di armi ci
sono Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Francia, Russia e Italia. Perchè è così florido
il mercato degli armamenti? Risponde Fabrizio Battistelli dell’Archivio
Disarmo:
“Purtroppo, è un mercato che non si satura
mai: alimenta conflitti e i conflitti scandiscono l’arena internazionale nelle tensioni
fra Stati, ma soprattutto all’interno degli Stati; l’esito finale è appunto questa
continua corsa agli armamenti, grandi e piccoli”. Il mercato
delle armi è alimentato anche dalla richiesta di Paesi dove convivono guerra e miseria.
La povertà diventa poi ancora più drammatica per l’aumento dei prezzi dei generi alimentari
di base. Il grano viene pagato oggi il doppio dello scorso anno e sono aumentati anche
i prezzi dei fertilizzanti e del riso. Ad uccidere, in molte aree del sud del mondo,
sono dunque sia le armi sia la mancanza di cibo…
“Questa
combinazione risale alla scelta dissennata di tanti governi di dedicare le scarsissime
risorse disponibili a strumenti di guerra piuttosto che di sviluppo, incoraggiati
anche dalle potenze industriali; questo determina ovviamente una spirale tra fame,
tentativo di sviluppo e risorse dedicate a scopi improduttivi, o addirittura distruttivi,
come quelli della guerra”. Se fossero investiti 57 miliardi
di dollari in interventi medici di base, si potrebbero salvare da morte certa otto
milioni di persone ogni anno. Secondo la FAO è necessaria una somma di almeno 1 miliardo
di dollari, cifra esigua rispetto ai costi sostenuti da diversi governi per gli armamenti,
per incrementare e rendere più efficace l’assistenza a Paesi sconvolti da fame e miseria.
Perché non si riescono a garantire questi finanziamenti indispensabili? Ancora Fabrizio
Battistelli:
“Perchè purtroppo arginare
la fame conviene poco dal punto di vista dei profitti; conviene relativamente, perchè
la fame affligge popolazioni non in grado poi di contraccambiare con valuta pregiata
o con risorse naturali”.