Un segno di grande affetto del popolo italiano. Così il Papa dopo il concerto offerto
in Vaticano dal presidente Napolitano in occasione dei 3 anni di pontificato
Seduti uno accanto all’altro, Benedetto XVI e Giorgio Napolitano hanno assistito ieri
pomeriggio nell'Aula Paolo VI al concerto, offerto dal presidente della Repubblica
italiana al Santo Padre per festeggiare il terzo anniversario del suo pontificato.
Presenti le autorità ecclesiastiche e istituzionali: in rappresentanza della Santa
Sede, il presidente della CEI, cardinale Angelo Bagnasco e il segretario generale
mons. Giuseppe Betori, George Ratzinger fratello del pontefice, mons. James Harvey,
prefetto della Casa pontificia. Sala gremita e pubblico generoso di applausi, sia
per il Papa e il presidente che per i musicisti: l'Orchestra sinfonica e il coro di
Milano “Giuseppe Verdi” diretti da Oleg Cateani. C’era per noi Arianna Voto:
(musica)
“Vi
è una misteriosa e profonda parentela fra musica e speranza, tra canto e vita eterna.
Le magistrali interpretazioni che abbiamo ascoltato ci ricordano, inoltre, il valore
e l’importanza universale del patrimonio artistico per costruire il mondo secondo
progetti di giustizia e di solidarietà, valorizzando al servizio dell’uomo le multiformi
espressioni della cultura mondiale”. (musica)
Benedetto
XVI ha parole di plauso per l’Orchestra Verdi di Milano, giovani musicisti di talento
– dice - impegnati anche ad alleviare, attraverso la musica, situazioni di sofferenza
in ospedali e carceri. E apprezza il dono musicale del presidente Napolitano, che
reca una riflessione sulla condizione umana, dal Canto del Destino di Brahms
alla VII Sinfonia di Beethoven, col suo andamento ineluttabile come l’esistenza:
“Mi
piace sottolineare come la musica di Brahms abbia arricchito di religiosa fiducia
il 'Canto del destino' di Hölderlin. Questo fatto introduce alla considerazione del
valore spirituale dell’arte musicale, chiamata, in modo singolare, ad infondere speranza
nell’animo umano, così segnato e talvolta ferito dalla condizione terrena. Grazie,
Signor Presidente, per questo atto deferente e premuroso, che ho accolto con vivo
compiacimento! In esso ravviso anche un ulteriore segno del grande affetto che il
popolo italiano nutre nei confronti del Papa”. E
viva consonanza, aveva detto in apertura il capo dello Stato italiano, Giorgio
Napolitano, vi è anche rispetto al messaggio del Papa all’ONU:
“Santità,
mi consenta di dirle come abbia suscitato in noi sentimento di viva consonanza il
messaggio rivolto al mondo dall’alta tribuna delle Nazioni Unite, sui diritti umani
come espressione di giustizia, sulla persona umana come soggetto di quei diritti e
sulla promozione dei diritti umani come strategia, la più efficace per eliminare disuguaglianze
e per accrescere la sicurezza". (musica)
Temi affrontati
anche nel breve colloquio tra il Papa e Napolitano prima del concerto, come rende
noto la Sala Stampa vaticana: ''la dignità della persona umana, i fondamenti dei diritti
dell'uomo e l'impegno della comunità internazionale per la loro protezione e promozione;
il dialogo fra la ragione e la fede al servizio della crescita integrale della persona
e dello sviluppo armonico della comunità umana; il dialogo fra le grandi religioni
e il loro contributo per la pace nel mondo”. E anche dal Quirinale si sottolinea il
clima positivo stabilito fra il Pontefice e il presidente della Repubblica, di grande
cordialità e sintonia. Sigillo tangibile di questa intesa l’omaggio finale al Papa
delle alte cariche dello Stato presenti al concerto, dal premier uscente Romano Prodi
al ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli.