2008-04-24 15:33:24

Tavola rotonda a Milano in occasione della mostra sull'Osservatore Romano all'Università Cattolica


Il mondo raccontato da Piazza San Pietro. Grazie al suo punto di osservazione privilegiato, l'Osservatore Romano da 147 anni riesce a guardare alle vicende mondiali con autorevolezza e con libertà, proprio grazie all'orizzonte più vasto che gli assicura l'essere posizionato nel cuore della cristianità. E' quanto è emerso al termine dell'incontro fra il direttore del quotidiano vaticano, Gian Maria Vian, il direttore del Sole-24 Ore, Ferruccio De Bortoli, e il vicedirettore del Corriere della Sera, Pierluigi Battista, in occasione della mostra ospitata dall'Università Cattolica di Milano e intitolata: "L'Osservatore Romano: da Roma al mondo. 147 anni attraverso le pagine del giornale del Papa". Il servizio di Fabio Brenna:RealAudioMP3
 
La mostra ripercorre in venti pannelli le tappe fondamentali della storia del foglio vaticano, a partire dal primo luglio 1861, quando per la prima volta venne pubblicato il giornale del Papa. Gian Maria Vian è stato nominato direttore dell’Osservatore il 29 settembre 2007, con alcune richieste precise da parte di Benedetto XVI:

 
“Respiro internazionale, attenzione alle Chiese orientali, anche non cattoliche, e più spazio alle firme femminili. Si rivolge a tutti perché per la Santa Sede nessuno è straniero”.

 
Un Papa particolarmente attento alle dinamiche informative, come spiega ancora Vian:

 
“Certamente il Papa segue la stampa con grande interesse e, inevitabilmente, compatibilmente con un’agenda di lavoro che è sovraccarica; vede la stampa italiana come vede la stampa di altri Paesi ed è molto sensibile ai meccanismi dell’informazione”.

 
Il riconoscimento di una presenza assolutamente particolare e una voce spesso fuori dal coro è venuto anche da Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole 24 ore:

 
“E’ stato spesso una voce non solo ufficiale della Santa Sede, ma anche l’unica voce rispetto ad alcuni grandi avvenimenti della storia che sono stati ricordati in questo incontro: dalla posizione avuta sulla prima guerra mondiale, alla contrarietà alla guerra in Libia, alle leggi razziali, la visita di Hitler a Roma nel 1938 ... Insomma, qualche volta l’Osservatore Romano è stato l’unica voce di verità in un mondo omologato dai totalitarismi. Oggi, ovviamente, la situazione è completamente diversa ma qualche volta si scoprono non solo le voci ufficiali, ma anche alcune osservazioni diverse, alcuni sguardi sulla modernità che sono sicuramente originali e utili”.







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