Esposte ai fedeli le spoglie di Padre Pio dopo la Messa presieduta dal cardinale Josè
Saraiva Martins
Grande commozione a San Giovanni Rotondo per l’inizio della pubblica ostensione delle
spoglie mortali di San Pio da Pietrelcina. Dopo la ricognizione canonica, avvenuta
lo scorso 2 marzo, si è celebrata stamani la Santa Messa presieduta dal cardinale
Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, per l’inizio
dell’esposizione del corpo di Padre Pio. Il frate cappuccino – ha detto il porporato
durante l’omelia – “è vissuto in piena unione con Gesù crocifisso e vive adesso nella
definitiva comunione con Gesù Risorto”. “Le reliquie - ha aggiunto - sono l'annunzio
della nuova creatura che sorgerà in comunione con il Risorto”. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
(canto)
Un
popolo acclamante e osannante si è radunato intorno all’altare per vivere il mistero
della comunione della fede e celebrare l’immensa santità di Dio che si riverbera nelle
creature capaci di accogliere il Suo mistero. San Pio, ha detto l’arcivescovo di Manfredonia-Vieste–San
Giovanni Rotondo, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, indica “a tutti noi i criteri
e le linee di una giusta devozione e venerazione”:
“Non
cerchiamo clamore, chiasso, letture distorte ed avventate. Vogliamo onorare e benedire
il Signore Mirabile nel suo fedele Servo. Siate imitatori di Padre Pio, come lui lo
è stato di Cristo Crocifisso. Fate della preghiera il legame certo con il Signore”.
Il
corpo di San Pio da Pietrelcina – ha sottolineato il cardinale Josè Saraiva Martins
nell’omelia - riflette l’immagine di Dio, il tempio dello Spirito Santo, il “luogo”
in cui Gesù ha manifestato "la sua gloriosa passione”:
“Il
nostro caro Santo cappuccino profuse i suoi doni di santità… E verso questa terra
Padre Pio richiamò e richiama ancora milioni di persone, assetate di verità e di bontà”.
San
Pio da Pietrelcina rinnova l’invito a vivere la santità come cifra ordinaria e straordinaria
della vita cristiana. La santità, dono di Dio e impegno dell’uomo – ha aggiunto il
porporato – è la "vita trasfigurata in Cristo mediante il dinamismo delle virtù teologali
e dei dono dello Spirito Santo":
“A questo dinamismo
Padre Pio, apostolo del nostro tempo, ha offerto un esemplare contributo, guidando
tanti verso l’incontro con il Signore mediante la parola e la testimonianza e divenendo
per tutti sorgente zampillante nell’aridità dei nostri giorni, olio nuovo nella ruggine
della nostra stanchezza”.
Le stimmate che Gesù crocifisso
imprime nella carne del frate – ha concluso il cardinale Josè Saraiva Martins – sono
anzitutto “l’approvazione che egli dà al suo amico fedele”; ma sono anche “il segno
dell’amore di Cristo verso di noi, il fatto che Egli ci ha amati per primo e non smetterà
mai di amarci”.
A 40 anni dalla sua morte, le spoglie mortali di San Pio
da Pietrelcina sono dunque esposte nella cripta della chiesa di Santa Maria delle
Grazie a San Giovanni Rotondo. Dopo la Messa, migliaia di fedeli, provenienti da tutto
il mondo, hanno reso omaggio al frate delle stimmate. Da San Giovanni Rotondo, il
servizio di Claudia Di Lorenzi:
E’ l’incontro
col padre, amato e desiderato, quello che si realizza oggi per gli oltre 10 mila pellegrini,
giunti a San Giovanni Rotondo per venerare le spoglie di San Pio da Pietrelcina. Un
abbraccio commosso, composto e silenzioso, che racconta di un dialogo profondo e mai
interrotto. Quel legame filiale che si rinnova al di là del tempo e dello spazio e
che trova eternità in una dimensione non più terrena. Un padre esigente e tenero insieme,
che i tanti devoti hanno voluto incontrare nel luogo che per oltre 40 anni ha custodito
il suo corpo santo, epifania dell’amore di Cristo. E’ il Santo di tutti noi, moderno
e attuale; un modello, un riferimento, una presenza viva; è colui che ci mostra la
strada verso Dio e a Lui ci conduce per mano: così molti fedeli, radunati sul sagrato
della nuova basilica descrivono il loro padre spirituale, a lui chiedono sostegno,
guida e protezione nel cammino lunghi i tortuosi sentieri della vita e un grazie corale
innalzano al cielo. Raccolti in preghiera dalla mattina di oggi, a migliaia sono in
attesa di raggiungere la cripta del convento per un nuovo e commosso abbraccio col
frate delle stimmate, che incarna il mistero della Passione di Cristo. Una processione
composta che seguirà nei giorni e nei mesi avvenire per esaurire nel tempo di un anno
circa 800 mila prenotazioni, con una media di 600 visite l’ora. Uomini, donne e bambini
di nazionalità, culture, ceti diversi uniti dalla filiale devozione al Santo di Pietrelcina,
trasparenza di Dio.
Sul significato di questo storico evento, Giovanni
Augello ha intervistato mons. Domenico D’Ambrosio, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San
Giovanni Rotondo:
R. –
Sono state date tante letture da chi guarda con altri occhi a questo evento. E’ soltanto
un modo per dare la possibilità a tutti di potersi avvicinare ancora di più alla figura
di un Santo che in fondo non fa che riflettere la santità di Dio. E per guardare a
questa perfezione alla quale, come discepoli, il Signore Gesù chiama tutti quelli
che lo seguono.
D. – Cosa ha spinto migliaia di fedeli
a venire a San Giovanni Rotondo?
R. – Io direi che
c’è anche la curiosità, ma non la curiosità futile: c’è la curiosità di poter vedere:
ma chi è questo Padre Pio? Come gli apostoli: Gesù parlava loro sempre del Padre.
Facci vedere il Padre! Ecco, in fondo è questo desiderio di poter “vedere” il mistero
grande di Dio che si incarna nella storia nostra ...
D.
– Questo è un momento importante anche e soprattutto per i fedeli più giovani. Come
affronteranno questa esperienza?
R. – I giovani sono
quelli che si interrogano. Io l’ho visto in un incontro qualche settimana fa e ho
raccontato loro la ricognizione delle spoglie mortali di San Pio. E vedevo questi
giovani interessati, coinvolti. Uno di loro mi ha detto: “Eccellenza, guardi, se lei
non ci avesse detto niente, i suoi occhi parlavano, brillavano e ci raccontavano di
questo mistero grande come di una luce che il Signore ha voluto mandarci attraverso
Padre Pio. Vogliamo però vederla, questa luce, vogliamo avvicinarci perché troppe
tenebre accompagnano il nostro cammino e vogliamo essere più sicuri, per poterlo proseguire”.
D.
– C’è stata una forte partecipazione della stampa estera, come Al Jazeera o il New
York Times. Perché quest’attenzione internazionale?
R.
– Perché c’è una santità che comunque dice molto al cuore, anche dell’uomo di oggi.
Anche questa realtà concreta, materiale diventa una trasparenza, un’Epifania della
santità di Dio che non vediamo ma che poi nei Santi riusciamo in qualche modo a percepire.
D.
– Come ha vissuto, il percorso che portato dalla riesumazione di Padre Pio alla giornata
di oggi?
R. – Io l’ho vissuto come un grande dono
che il Signore ha voluto fare anche a me. Mi sono avvicinato a San Pio con timore
e tremore. Il contatto immediato con lui, in fondo, che cosa faceva emergere? Da una
parte, il richiamo continuo alla santità di questo uomo e alla mia non-santità, cosicché
avevo quasi timore di avvicinarmi a lui perché sentivo la mia indegnità. Ma nello
stesso tempo c'è anche la mia chiamata a questo ideale di santità che dobbiamo praticare
e testimoniare incarnando nella nostra vita quel segmento di santità che il Signore
ha consegnato a ciascuno di noi. Padre Pio mi ha ricordato e mi ha richiamato a questo
dovere, a questo impegno.
D. – Il 2008 sarà un anno
particolare per San Giovanni Rotondo. Si spera anche in una visita del Santo Padre?
R.
– E’ nostro desiderio: lo vogliamo, lo desideriamo, io gliel’ho chiesto al Santo Padre.
Poi, se il Signore ci vorrà concedere anche questo dono, ne saremo ben felici. Sì,
quest’anno ci sarà un itinerario, una proposta per poter scoprire quelli che erano
i fondamenti del ministero sacerdotale di Padre Pio che non era altro che mostrare
i tratti dell’amore misericordioso di Dio. Il Signore si è servito anche di San Pio
per ricordare che solo attraverso la Croce il mondo si salva e si redime.