2008-04-24 15:18:13

Esposte ai fedeli le spoglie di Padre Pio dopo la Messa presieduta dal cardinale Josè Saraiva Martins


Grande commozione a San Giovanni Rotondo per l’inizio della pubblica ostensione delle spoglie mortali di San Pio da Pietrelcina. Dopo la ricognizione canonica, avvenuta lo scorso 2 marzo, si è celebrata stamani la Santa Messa presieduta dal cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, per l’inizio dell’esposizione del corpo di Padre Pio. Il frate cappuccino – ha detto il porporato durante l’omelia – “è vissuto in piena unione con Gesù crocifisso e vive adesso nella definitiva comunione con Gesù Risorto”. “Le reliquie - ha aggiunto - sono l'annunzio della nuova creatura che sorgerà in comunione con il Risorto”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

(canto)

 
Un popolo acclamante e osannante si è radunato intorno all’altare per vivere il mistero della comunione della fede e celebrare l’immensa santità di Dio che si riverbera nelle creature capaci di accogliere il Suo mistero. San Pio, ha detto l’arcivescovo di Manfredonia-Vieste–San Giovanni Rotondo, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, indica “a tutti noi i criteri e le linee di una giusta devozione e venerazione”:

 
“Non cerchiamo clamore, chiasso, letture distorte ed avventate. Vogliamo onorare e benedire il Signore Mirabile nel suo fedele Servo. Siate imitatori di Padre Pio, come lui lo è stato di Cristo Crocifisso. Fate della preghiera il legame certo con il Signore”.

 
Il corpo di San Pio da Pietrelcina – ha sottolineato il cardinale Josè Saraiva Martins nell’omelia - riflette l’immagine di Dio, il tempio dello Spirito Santo, il “luogo” in cui Gesù ha manifestato "la sua gloriosa passione”:

 
“Il nostro caro Santo cappuccino profuse i suoi doni di santità… E verso questa terra Padre Pio richiamò e richiama ancora milioni di persone, assetate di verità e di bontà”.

 
San Pio da Pietrelcina rinnova l’invito a vivere la santità come cifra ordinaria e straordinaria della vita cristiana. La santità, dono di Dio e impegno dell’uomo – ha aggiunto il porporato – è la "vita trasfigurata in Cristo mediante il dinamismo delle virtù teologali e dei dono dello Spirito Santo":

 
“A questo dinamismo Padre Pio, apostolo del nostro tempo, ha offerto un esemplare contributo, guidando tanti verso l’incontro con il Signore mediante la parola e la testimonianza e divenendo per tutti sorgente zampillante nell’aridità dei nostri giorni, olio nuovo nella ruggine della nostra stanchezza”.

 
Le stimmate che Gesù crocifisso imprime nella carne del frate – ha concluso il cardinale Josè Saraiva Martins – sono anzitutto “l’approvazione che egli dà al suo amico fedele”; ma sono anche “il segno dell’amore di Cristo verso di noi, il fatto che Egli ci ha amati per primo e non smetterà mai di amarci”.

A 40 anni dalla sua morte, le spoglie mortali di San Pio da Pietrelcina sono dunque esposte nella cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Dopo la Messa, migliaia di fedeli, provenienti da tutto il mondo, hanno reso omaggio al frate delle stimmate. Da San Giovanni Rotondo, il servizio di Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3


E’ l’incontro col padre, amato e desiderato, quello che si realizza oggi per gli oltre 10 mila pellegrini, giunti a San Giovanni Rotondo per venerare le spoglie di San Pio da Pietrelcina. Un abbraccio commosso, composto e silenzioso, che racconta di un dialogo profondo e mai interrotto. Quel legame filiale che si rinnova al di là del tempo e dello spazio e che trova eternità in una dimensione non più terrena. Un padre esigente e tenero insieme, che i tanti devoti hanno voluto incontrare nel luogo che per oltre 40 anni ha custodito il suo corpo santo, epifania dell’amore di Cristo. E’ il Santo di tutti noi, moderno e attuale; un modello, un riferimento, una presenza viva; è colui che ci mostra la strada verso Dio e a Lui ci conduce per mano: così molti fedeli, radunati sul sagrato della nuova basilica descrivono il loro padre spirituale, a lui chiedono sostegno, guida e protezione nel cammino lunghi i tortuosi sentieri della vita e un grazie corale innalzano al cielo. Raccolti in preghiera dalla mattina di oggi, a migliaia sono in attesa di raggiungere la cripta del convento per un nuovo e commosso abbraccio col frate delle stimmate, che incarna il mistero della Passione di Cristo. Una processione composta che seguirà nei giorni e nei mesi avvenire per esaurire nel tempo di un anno circa 800 mila prenotazioni, con una media di 600 visite l’ora. Uomini, donne e bambini di nazionalità, culture, ceti diversi uniti dalla filiale devozione al Santo di Pietrelcina, trasparenza di Dio.

Sul significato di questo storico evento, Giovanni Augello ha intervistato mons. Domenico D’Ambrosio, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo:RealAudioMP3


R. – Sono state date tante letture da chi guarda con altri occhi a questo evento. E’ soltanto un modo per dare la possibilità a tutti di potersi avvicinare ancora di più alla figura di un Santo che in fondo non fa che riflettere la santità di Dio. E per guardare a questa perfezione alla quale, come discepoli, il Signore Gesù chiama tutti quelli che lo seguono.

 
D. – Cosa ha spinto migliaia di fedeli a venire a San Giovanni Rotondo?

 
R. – Io direi che c’è anche la curiosità, ma non la curiosità futile: c’è la curiosità di poter vedere: ma chi è questo Padre Pio? Come gli apostoli: Gesù parlava loro sempre del Padre. Facci vedere il Padre! Ecco, in fondo è questo desiderio di poter “vedere” il mistero grande di Dio che si incarna nella storia nostra ...

 
D. – Questo è un momento importante anche e soprattutto per i fedeli più giovani. Come affronteranno questa esperienza?

 
R. – I giovani sono quelli che si interrogano. Io l’ho visto in un incontro qualche settimana fa e ho raccontato loro la ricognizione delle spoglie mortali di San Pio. E vedevo questi giovani interessati, coinvolti. Uno di loro mi ha detto: “Eccellenza, guardi, se lei non ci avesse detto niente, i suoi occhi parlavano, brillavano e ci raccontavano di questo mistero grande come di una luce che il Signore ha voluto mandarci attraverso Padre Pio. Vogliamo però vederla, questa luce, vogliamo avvicinarci perché troppe tenebre accompagnano il nostro cammino e vogliamo essere più sicuri, per poterlo proseguire”.

 
D. – C’è stata una forte partecipazione della stampa estera, come Al Jazeera o il New York Times. Perché quest’attenzione internazionale?

 
R. – Perché c’è una santità che comunque dice molto al cuore, anche dell’uomo di oggi. Anche questa realtà concreta, materiale diventa una trasparenza, un’Epifania della santità di Dio che non vediamo ma che poi nei Santi riusciamo in qualche modo a percepire.

 
D. – Come ha vissuto, il percorso che portato dalla riesumazione di Padre Pio alla giornata di oggi?

 
R. – Io l’ho vissuto come un grande dono che il Signore ha voluto fare anche a me. Mi sono avvicinato a San Pio con timore e tremore. Il contatto immediato con lui, in fondo, che cosa faceva emergere? Da una parte, il richiamo continuo alla santità di questo uomo e alla mia non-santità, cosicché avevo quasi timore di avvicinarmi a lui perché sentivo la mia indegnità. Ma nello stesso tempo c'è anche la mia chiamata a questo ideale di santità che dobbiamo praticare e testimoniare incarnando nella nostra vita quel segmento di santità che il Signore ha consegnato a ciascuno di noi. Padre Pio mi ha ricordato e mi ha richiamato a questo dovere, a questo impegno.

 
D. – Il 2008 sarà un anno particolare per San Giovanni Rotondo. Si spera anche in una visita del Santo Padre?

 
R. – E’ nostro desiderio: lo vogliamo, lo desideriamo, io gliel’ho chiesto al Santo Padre. Poi, se il Signore ci vorrà concedere anche questo dono, ne saremo ben felici. Sì, quest’anno ci sarà un itinerario, una proposta per poter scoprire quelli che erano i fondamenti del ministero sacerdotale di Padre Pio che non era altro che mostrare i tratti dell’amore misericordioso di Dio. Il Signore si è servito anche di San Pio per ricordare che solo attraverso la Croce il mondo si salva e si redime.







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