Elezioni in Nepal. Vincono gli ex ribelli maoisti e chiedono al re Gyanendra di lasciare
il Paese
Da movimento armato a primo partito del Nepal. Gli ex ribelli maoisti hanno vinto
con un ampio vantaggio le elezioni del 10 aprile scorso, passaggio decisivo dalla
monarchia alla repubblica. Il loro primo atto rischia però di innescare nuove tensioni
nel Paese tibetano: la ferma richiesta al re Gyanendra, di lasciare il Paese. Il servizio
di Giancarlo La Vella:
Gli ex-ribelli
parlano da una posizione di preminenza politica: la maggioranza assoluta nel nuovo
Parlamento di Kathmandou. In base ai risultati definitivi resi noti dalla Commissione
elettorale, nell'Assemblea costituente, che dovrà dare al Nepal una Costituzione repubblicana,
composta da 575 seggi eletti dal popolo e 26 assegnati a personalità eminenti del
Paese, vi saranno 220 maoisti, 93 marxisti-leninisti e 107 del Partito del Congresso
nepalese filo-monarchico. A detta di coloro che dovranno gestire il nuovo corso istituzionale,
il 63enne sovrano Gyanendra deve lasciare il Nepal, per garantire un immediato passaggio
dalla monarchia alla repubblica. E proprio tre giorni fa, Gyanendra aveva escluso
la sua imminente partenza per l’esilio. Il leader maoista, Prachanda, ha concesso
al re quattro settimane di tempo per lasciare il palazzo, dopo di che – ha minacciato
– sarà il popolo a costringerlo ad andar via. Una situazione delicata che rischia
di innescare nuove tensioni, che sembravano fugate dalle prime elezioni libere dal
1999, avvenute il 10 aprile scorso e che hanno sancito in maniera incruenta il cambio
di regime.