Campagna contro l'AIDS nell'edizione 2008 di "30 Ore per la vita"
Analisi cliniche, medicine, assistenza alle mamme e ai propri bambini, accesso alle
terapie ma anche prevenzione e un kit farmacologico del valore di 200 euro, per nascere
e vivere senza AIDS. E’ questo l’obiettivo prioritario del programma DREAM, che l’Associazione
“30 Ore per la Vita” insieme alla Comunità di Sant’Egidio, nel corso dell'edizione
del 2008 (dal 21 al 27 aprile) auspicano di realizzare nei 10 Paesi africani più colpiti
da questa malattia. Il servizio di Cecilia Seppia:
L’AIDS
è un problema planetario: secondo i dati forniti dall’ONU, oltre 33 milioni di persone
sono già state colpite, ma è in Africa che vive il 65% dei malati e dei sieropositivi.
Almeno 14 milioni di questi sono bambini. Ma se alla prevenzione si aggiunge una terapia
adeguata, anche l’AIDS è una battaglia che si può vincere. Con il programma Dream,
avviato in Mozambico nel 2001 e oggi attivo in 10 Paesi dell’Africa sub-sahariana,
ora il sogno di una vita senza questa patologia, si sta trasformando in realtà e molti
sono già gli obiettivi raggiunti. Mario Marazziti portavoce della
comunità di Sant’Egidio.
“Il programma Dream oggi
ha questi risultati: 98 bambini su 100 nascono senza virus HIV, Aids, da madre sieropositiva,
più del 90 per cento; 9 donne su 10 con l’Aids riprendono a vivere. Le donne diventano
il nerbo di questa nuova società africana. Chi ha l’Aids sa che può non morire e in
questo modo si riabilita l’intera società civile. Quindi c’è un’inversione di tendenza.
La prevenzione diventa efficace, perché sapere in anticipo non vuol dire essere morti,
ma vuol dire diventare vivi. Questo programma nasce dentro la comunità di Sant’Egidio
e già ha formato quasi 2000 professionisti in tutta l’Africa subsahariana: medici,
infermieri, assistenti domiciliari e tutto ciò che serve: biologi, laboratori biomolecolari
per le analisi e così via”.
Dream, che è
controllo e cura ma anche lotta alla malnutrizione e risanamento dell’ambiente in
un approccio globale, ha però bisogno del sostegno di tutti e quest’anno 30 ore per
la vita dedica l’intera campagna alla cura delle donne sieropositive in gravidanza
e ai figli dopo il parto, per dar loro il diritto di nascere sani. Ancora Marazziti:
“In realtà il diritto umano profondo di tutta l’Africa
era ed è il diritto alla terapia. Noi abbiamo dimostrato che era possibile, che è
compatibile con i costi, che si può vivere con l’Aids. Allora, questa scommessa è
diventata un modello anche per l’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità; ed oggi
si sta facendo strada in tutto il sistema dell’Africa subsahariana”. Con
un Kit farmacologico ed esami di laboratorio dal valore di soli 200 euro, affiancati
da un’opportuna profilassi, si può evitare che i bambini nati da madre malata entrino
a far parte di quei 12 milioni di orfani che affollano le strade e i villaggi delle
città africane, ma siano invece il futuro “sano” di un’Africa finalmente viva.