Padre Musallam, unico sacerdote cattolico di Gaza: “siamo alla vigilia del massacro”
Popolazione stremata nella Striscia di Gaza. È quanto ha dichiarato padre Manuel Musallam,
unico sacerdote cattolico di Gaza City, dalla quale non esce da marzo 2000. Secondo
il sacerdote questa è la vigilia dell’assedio cruciale e la popolazione palestinese
esploderà in un attacco contro l’esercito. “Da quando Israele ha imposto il blocco
contro i quotidiani lanci di razzi Qassam orditi da Hamas, non c’è più benzina, -
ha dichiarato al Sir - non abbiamo viveri, la corrente è a giorni alterni. Le ambulanze
non escono più: ci sono feriti che muoiono dissanguati perché nessuno è in grado di
portarli in ospedale”. Padre Musallam, d’accordo con il ministero dell’Istruzione,
ha perfino anticipato la chiusura della scuola ai primi di maggio anziché alla fine.
“Da quando il personale delle agenzie umanitarie ha lasciato la Striscia, non c’è
il cibo assicurato neanche per 10 giorni al mese” ha concluso padre Musallam. Il ministero
della Difesa israeliana ha affermato che “c’è una decisione del Governo di non permettere
l’uscita da Gaza se non per casi umanitari”. Questo ha ripercussioni su molti aspetti
della vita dei palestinesi. Katharina Ritz, capo del Comitato della Croce Rossa a
Gerusalemme ha espresso ieri preoccupazione proprio per l’impossibilità per i palestinesi
di andare a trovare i loro familiari detenuti nelle carceri israeliane. “E’ importante
che le famiglie abbiano contatti con i loro parenti detenuti e psicologicamente ed
è altrettanto importante che i detenuti vedano i loro familiari” ha affermato Ritz.
Secondo stime del gruppo per i diritti umani israeliano B’tselem, sarebbero 760 i
detenuti di Gaza, di cui quattro donne, nelle prigioni israeliane, tutti accusati
di crimini contro la sicurezza. (A cura di Virginia Volpe)