L'ONU: la fame nel mondo, catastrofico e silenzioso tsunami
Uno "tsunami silenzioso" provocato dai rincari del cibo minaccia 100 milioni di persone.
È l’allarme lanciato ieri a Londra da Josette Sheeran, capo del Programma Alimentare
Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), nel corso di un incontro organizzato dal premier
britannico Gordon Brown per discutere l’emergenza cibo e la politica europea sui biocarburanti.
Aumento del prezzo del petrolio, cambiamenti climatici e uso della terra coltivabile
per la produzione di bio-energia sono le principali cause dell’impennata dei generi
alimentari che ha scatenato negli ultimi mesi violente proteste in numerosi paesi
di Asia e Africa. Un’impennata, ha ricordato Sheeran, parlando della più grave crisi
affrontata dal Pam in 45 anni di vita, che ha portato nel giro di un anno al raddoppio
dei prezzi globali di riso, grano e mais. E, a farne le spese, ha poi denunciato la
respondabile del PAM, sono i milioni di poveri (100 in più rispetto a sei mesi fa)
che “in tutto il mondo rischiano di affondare nella fame”. Da qui il summit, ha varato
un piano d’intervento, con un pacchetto di aiuti di 600 milioni di euro, che dovrà
ora passare al vaglio dell'Unione Europea, del G8 e, a settembre, delle Nazioni Unite.
Ma già ieri l’Europa si è presentata divisa. Mentre, infatti il Regno Unito, secondo
le indicazioni del PAM e dell’Oxfam, si è detto disponibile a disincentivare il ricorso
ai biocarburanti, la Germania di Angela Merkel, prima produttrice di combustibili
vegetali del continente, ha escluso che questa sia la soluzione all’emergenza. Un’emergenza
che, intanto, con i prezzi in continua crescita non accenna a ridursi. (A cura
di Silvia Gusmano)