2008-04-23 14:27:44

La testimonianza dei coniugi Friso, stretti collaboratori del cardinale López Trujillo


Ascoltiamo ora la testimonianza dei coniugi Anna e Alberto Friso, responsabili di Famiglie Nuove, del Movimento dei Focolari, e stretti collaboratori per tanti anni del cardinale López Trujillo. Le interviste sono di Fabio Colagrande:RealAudioMP3


(Anna Friso)
R. – Incontrare il Pontificio Consiglio della famiglia è stato incontrare questa grande anima, questo personaggio meraviglioso, che era – dobbiamo dire oggi - il cardinale López Trujillo. Lui ci ha sempre mostrato il volto della famiglia con estrema fiducia, con una grande certezza che lui aveva, cioè che la famiglia rispecchia un grande disegno, per cui vale la pena e bisogna anzi dare per lei tutte le energie per portarci tutti insieme ad essere quella famiglia che è nel cuore di Dio.

 
D. – Con quale impegno, con quale motivazione svolgeva il suo servizio pastorale?

R. – Lui era una persona di grande cultura. Aveva ricoperto incarichi notevoli nella Chiesa latino-americana, per cui attraversare i temi della famiglia, per lui è stata una cosa congeniale. Spaziava molto nella sua visione dell’uomo, della persona e quindi della famiglia. Si era reso conto che la famiglia aveva bisogno di approfondire le tematiche universali, ampie, profonde, per cui cercava di avvalersi di esperti di tutte le discipline. Per esempio, c’è stata un’epoca in cui infaticabilmente ha girato il mondo per aree geografiche e ha incontrato i legislatori, proprio per dialogare con loro e mettere nel loro cuore, nella loro mente, nel loro agire l’attenzione per la famiglia. In tanti posti è veramente riuscito – anche qui nella nostra area – proprio a renderci consapevoli che la famiglia ha bisogno di molto sostegno per essere se stessa, per svolgere quel compito che Dio le ha affidato.

 
(Alberto Friso)
R. – Quando lo abbiamo conosciuto, abbiamo visto subito come questo pastore si presentava a servizio di quel valore che il Santo Padre stava cercando di difendere, di mettere in luce, di spiegare anche in una novità di temi, che era la famiglia. Lui è arrivato con tutta la sua forza, la sua preparazione sia dottrinale, ma anche di azione, a servizio di una pastorale che andasse alle radici dei temi, ma anche ad incontrare le ultime persone del mondo. Soprattutto è partita quella grande iniziativa che è stato l’incontro mondiale del Santo Padre con le famiglie. Lui ha creato questo ponte per portare il Santo Padre nella strada, nelle piazze del mondo. Noi abbiamo sempre visto come tutta la vita del cardinale López Trujillo sia stata una vita donata veramente e sinceramente al Vangelo e all’amore che si è rivelato e che lui cercava di tradurre sia in cultura e sia in comportamenti. Io credo che le basi siano state poste con questa iniziativa e con i libri che sono stati pubblicati - l’ultimo è stato “La procreazione umana” – ed è stato un far convergere il tema meraviglioso della procreazione, farlo convergere e leggerlo nella altissima dignità, fondamentale della creatura umana. Queste sono iniziative che non potevano venire dalle università, ma potevano venire da un grande pastore che era profondamente preparato e anche totalmente donato per la famiglia.

Il cardinale López Trujillo legava la difesa della famiglia a quella della vita affermando con forza che non si tratta di una questione cattolica, confessionale, ma che riguarda il presente e il futuro di tutta l’umanità. Ma riascoltiamo la voce del porporato colombiano in una intervista rilasciata alla Radio Vaticana il 17 novembre dell’anno scorso sui rischi di una diffusione delle legislazioni abortiste in America Latina:RealAudioMP3


R. – E’ una situazione delicata, complessa in cui in alcune Nazioni cresce la voglia di legalizzare l’aborto, soprattutto per la via della depenalizzazione, e aprire quindi la porta a tutti gli effetti e le conseguenze che non mostrano una società umana ma una società che diventa crudele per via di queste leggi inique. Sono leggi che non hanno la forza della legge!

 
D. – Cresce nell’opinione pubblica mondiale il rifiuto della pena di morte. Perché non c’è un uguale mobilitazione nei confronti della difesa dell’inizio della vita umana, della difesa di innocenti che non hanno voce?

 
R. – Questa è una buona riflessione. Alcuni aspetti mobilitano l’opinione pubblica, come abbiamo visto in questi giorni alle Nazioni Unite. Ma è curioso che l’opinione pubblica non sia ugualmente mobilitata riguardo a questa “pena di morte” che subiscono i bambini più innocenti nel ventre della madre. Un bambino non è colpevole di niente e dunque non può essere vittima, e la prima punizione – invece – nell’aborto è contro il bambino che viene distrutto: si annulla il bambino, e annullare una vita umana – così si diceva già nel Talmud – è come se si dicesse che tutto il mondo dev’essere eliminato. Speriamo che nei Parlamenti di altre Nazioni prevalga un po’ il buonsenso e che in quelli dove già esistono legislazioni permissive, possano andare verso una riflessione nuova. Ad ogni modo, dobbiamo ricordare che i cattolici e le persone in genere – non è soltanto una questione di cattolici o meno – sono chiamati a una vera obiezione di coscienza.







All the contents on this site are copyrighted ©.