2008-04-21 15:07:58

Paraguay: eletto presidente Fernando Lugo, leader dell'opposizione di centrosinistra


Il Paraguay volta pagina. Dopo 61 anni al potere, il Partito Colorado ha perso le elezioni di ieri per il rinnovo del presidente del Paese e dei due rami del parlamento. Con oltre 10 punti di vantaggio, la vittoria è andata a Fernando Lugo, vescovo emerito di San Paolo, sospeso “a divinis” oltre un anno fa. Lugo, 56 anni, era a capo di una coalizione di centro-sinistra. “Costruiremo la democrazia insieme” ha promesso il presidente eletto che assumerà la presidenza del Paraguay il prossimo 15 agosto. Sul voto Benedetta Capelli ha raccolto il commento di Luis Badilla esperto dell’America Latina della nostra emittente:RealAudioMP3


R. - La prima cosa che mi sembra giusto sottolineare è che Lugo ha vinto con una percentuale molto superiore rispetto a quanto dicevano i sondaggi. Questo dà più forza alla sua vittoria insieme al fatto che, da una prima analisi del voto, pare che abbia avuto un sostegno abbastanza trasversale. Così lui ha, per così dire, messo a segno una prima importante conquista: ha sbaragliato un regime politico che durava da 61 anni, quello più longevo al mondo. Ma questo è il suo problema principale perché l’opposizione rappresenta il 53 per cento, la signora Bianca Olevar e il generale Lino Oviedo, entrambi della destra, rappresentano quasi la metà del Paese.

D. – Si può pensare ad una maggioranza allargata?

 
R. – No, io la escluderei assolutamente, non mi sembra possibile perché la distanza politica e il clima elettorale molto polemico, duro, che c’è stato secondo me durerà ancora per molto tempo. Di fatto qualsiasi intesa con queste due forze nel Parlamento sia con il Partito Colorado sconfitto sia con il generale Oviedo, esponente dell’estrema destra paraguayana, è bloccata.

 
D. – Abbiamo parlato del Partito Colorado: ha tentato la carta della candidatura di una donna, sarebbe stata un’altra donna presidente in un America Latina che già ne conta altre due. Che cosa non ha funzionato in questo partito, perché non ha ottenuto quel consenso che sempre c’era stato?

R. – Diciamo che la candidatura della signora Olevar è stata una buona candidatura perché, tutto sommato, ha raggiunto oltre il 30 per cento dei voti. Poi cos’altro non ha funzionato? Non ha funzionato che questo Paese è all’estremo dal punto di vista economico e sociale e questo partito da moltissimi anni dice molte parole ma fa pochi fatti.

 
D. – Per quanto riguarda Lugo, dal 2006 ad oggi, è riuscito a trovare intorno a sé un consenso molto ampio e addirittura ad arrivare alla presidenza. Quali sono stati gli elementi di forza?

 
R. – Lui ha saputo intercettare il disagio di questo Paese che dura da parecchio tempo, il malumore dei cittadini che da troppo tempo chiedono che vengano rispettati i loro diritti economici, sociali, ecc. Lui ha saputo interpretare questo ed ha aggiunto un elemento che secondo me è fondamentale in questo Paese, soprattutto in questi ultimi anni: l’elemento della speranza. Il suo linguaggio, le sue proposte hanno puntato sempre a dire: “Guardate, ce la possiamo fare! Basta impegnarsi! Meno lotte politiche, meno polemiche, meno odio fra noi, più unità e mettiamoci insieme perché c’è un bene comune da portare avanti per il bene di tutti".

 
D. – A livello internazionale sono già ipotizzabili quelle alleanze con quei Paesi che in America Latina hanno già scelto il centrosinistra?

 R. – Io sono convinto, da quanto mi risulta, avendo letto il programma di Lugo e molte sue dichiarazioni, che lui assumerà, nel campo internazionale latino-americano, una posizione più vicina a quella della signora Bachelet in Cile. Eviterà qualsiasi asse politico con Morales in Bolivia o con Chavez in Venezuela, cosa che so temono in moltissimi.







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