Il Papa rientrato in Vaticano al termine della sua visita negli USA e all'ONU. Ieri
la commovente preghiera a Ground Zero
Il Papa è rientrato stamani a Roma al termine del suo viaggio apostolico negli Stati
Uniti. L'aereo papale, un Boeing 777 dell'Alitalia, è atterrato poco dopo le 10.30
nell'aeroporto di Ciampino. Di qui il trasferimento in automobile in Vaticano. L’ultima
giornata di Benedetto XVI in terra americana è stata segnata dalla storica visita
a Ground Zero, il luogo nel quale l’11 settembre 2001 vennero colpite le Twins Tower,
i due grattacieli gemelli simbolo della città di New York, provocandone il crollo
e la morte di 2.896 persone. Sul luogo, un grande cratere profondo un’ottantina di
metri, è aperto ora un enorme cantiere, in cui fervono i lavori di ricostruzione secondo
un vasto progetto del nuovo World Trade Center. Ad accogliere il Papa, il suono di
un violoncello, a rompere un silenzio surreale, in una delle zone solitamente più
trafficate di New York. Il servizio del nostro inviato, Pietro Cocco. (Suono
del violoncello) Tutti gli occhi sul Papa, con la città di New York raccolta
idealmente intorno a Ground Zero. Si è svolta così ieri la visita di Benedetto
XVI sul luogo in cui, l’11 settembre di sette anni fa, uno ‘scenario di incredibile
violenza e dolore’ - come lo ha definito Benedetto XVI – si offrì alla vista dei primi
soccorritori e alla partecipazione attonita di tutto il mondo.
All’ora
di quel terribile momento, le 8.48 del mattino, se ne è affiancata ieri un’altra,
le 9.40, quando Benedetto XVI, ha raggiunto il “Bed Rock” di Ground Zero, la parte
più bassa del cratere, per recitarvi una preghiera di intercessione per le vittime,
i loro parenti, i feriti, per le loro sofferenze, ma anche per pregare per il futuro
del mondo.
Accompagnato dall’arcivescovo di New York,
il cardinale Egan, erano ad aspettarlo il sindaco della città, Bloomberg, il governatore
di New York e del New Jersey e 24 persone in rappresentanza dei feriti e dei parenti
delle vittime e di coloro che prestarono soccorso: Vigili del Fuoco, Polizia, Protezione
Civile.
Benedetto XVI, giunto in papamobile, a metà
della rampa che portava sul luogo della cerimonia, è sceso per proseguire a piedi
fino al cero che, visibilmente emozionato, ha poi acceso sul luogo in cui sorgerà
il memoriale, dedicato alle vittime dell’11 settembre.
Impossibile
dire cosa sia passato nei cuori dei presenti, i soccorritori, i parenti delle vittime,
allineati ai lati, mentre il Papa si inginocchiava e rimaneva in raccoglimento per
diversi minuti. E ancora di più nel momento in cui questo uomo di Dio, con parole
semplici ma toccanti, proclamava davanti al mondo la testimonianza di fede dei veri
credenti: “Dio dell’amore, della compassione, e della riconciliazione”:
“God
of peace, bring your peace to our violent world”… “Dio della pace,
porta la Tua pace nel nostro mondo violento: pace nei cuori di tutti
gli uomini e le donne e pace tra le Nazioni della terra. Volgi
verso il Tuo cammino di amore coloro che hanno il cuore e la mente
consumati dall’odio”.
Ma qualcosa
di quanto hanno provato il Papa lo sa. Al termine della preghiera li ha salutati uno
ad uno, cercando di trattenerli nel momento in cui si inginocchiavano davanti a lui.
Ciascuno ha potuto scambiare con lui alcune parole. A loro ha donato una piccola croce,
fatta con il metallo della struttura delle Torri Gemelle perché, come lui stesso ha
recitato a conclusione della preghiera:
“Strengthen
us in hope…” Dio ci rafforzi nella speranza e ci conceda “ la saggezza
e il coraggio di lavorare instancabilmente per un mondo in cui pace
e amore autentici regnino tra le Nazioni e nei cuori di tutti”.