2008-04-21 00:09:56

Il commento di padre Federico Lombardi


“Cristo nostra Speranza”: il tema del viaggio apostolico negli USA di Benedetto XVI ha contraddistinto ogni incontro del Papa anche il momento simbolicamente più forte del viaggio, la visita del Santo Padre a Ground Zero. Il commento ed un primo bilancio di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, raggiunto telefonicamente a New York da Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3


R. – Certamente la speranza è la grande chiave di lettura di questo viaggio del Papa in America. Ed anche se c’è questo momento (a Ground Zero n.d.r.) di grande intensità che evoca tragedie terribili, va letto nella chiave della speranza, del risanamento. Siamo stati in un luogo simbolo dell’odio, di un odio incomprensibile, di un odio misterioso, tanto è grande e tanto è negatore della dignità della vita umana. Però, è anche un luogo che ricorda molta solidarietà, che ricorda l’impegno per cercare di salvare coloro che erano colpiti da questa tragedia. Un luogo dove tanti hanno sacrificato la vita per gli altri. Un luogo quindi dove si cerca di ritrovare il fondamento: Ground Zero vuol dire che si ritorna a costruire sulla roccia su cui sono costruiti tutti i grattacieli di Manhattan e su questi si vuole ritornare a costruire per andare in alto. Io penso che sia veramente un segno che si colloca all’interno di un viaggio di speranza e in cui si vuole dire: “C’è stato un grande odio, ma noi possiamo ricostruire sull’amore, sulla comprensione reciproca, e sui dei valori comuni che sono più forte della morte”.

 
D. – Le immagini del Papa a Ground Zero sono state molto toccanti: le note delle cornamuse, il suono del violoncello, ma soprattutto il silenzio e la preghiera. È sembrato, ed è stato, uno stacco netto rispetto al bagno di folla sulla Quinta Strada o rispetto agli applausi rispettosi alle Nazioni Unite. Cosa si è respirato, dunque, a Ground Zero?

 
R. – Il silenzio e la preghiera erano effettivamente il clima appropriato per vivere questo momento. E noi sappiamo che, però, spiritualmente, anche attraverso i mass media, moltissime persone erano presenti ed hanno vissuto con uguale rispetto ed emozione questo momento. Lo scenario era quello corretto della preghiera, del rispetto di fronte ad un mistero e di fronte anche alla grandezza del dolore dell’Uomo, ma era anche un punto di incontro spirituale di tutta l’umanità. Anche se è sembrato il momento più silenzioso e riservato, credo che sia stato probabilmente il momento più seguito di questo viaggio.

 
D. – Domani si traccerà il bilancio di questo Viaggio Apostolico, ma già oggi possiamo delineare alcuni punti centrali di questa visita…

 
R. – Sì. Mi sembra che sia evidente che il viaggio ha raggiunto, in modo e in misura quasi inaspettati, le sue finalità: l’incontro tra il Papa ed il popolo americano come incontro di amicizia, di rispetto, di riconoscimento delle caratteristiche positive di questo popolo e della sua vocazione di servizio anche all’umanità intera. Ed è stato raggiunto anche lo scopo dell’incoraggiamento alla Chiesa cattolica americana, che ha vissuto i suoi periodi difficili, anche in seguito ai noti scandali degli anni recenti, ma che è stata proiettata dal Papa con fiducia verso il futuro, al di là di questo dolore degli anni appena passati, facendo quindi dell’esperienza triste e dolorosa del peccato anche un punto di partenza per una rinnovata responsabilità e per una grande speranza di poter ridare, con pieno entusiasmo, il proprio contributo alla società americana - un contributo di carattere educativo, di carattere pastorale, di carattere spirituale - con piena speranza e dignità. Anche il momento estremamente felice dell’incontro con i giovani, sabato pomeriggio, ha dimostrato che il futuro è davanti a questa Chiesa.

 
D. – Centrale anche la visita del Papa alle Nazioni Unite…

 
R. – Certamente, anche il momento della visita alle Nazioni Unite, che ha avuto un suo carattere un po’ particolare, rispetto ai vari momenti di incontro con il popolo e con la Chiesa americana, ma ha dato il suo messaggio per l’intera umanità. Un messaggio non clamoroso, ma estremamente importante, proprio perché profondo, un messaggio che merita di essere riflettuto ed approfondito dai rappresentanti dei popoli per ritrovare anche qui il fondamento della costruzione dei diritti umani, della dignità della persona umana, su cui costruire il futuro su basi solide.
 







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