2008-04-20 14:10:11

Il Papa nella Messa a St. Patrick: “La Chiesa promuova sempre la cultura della vita”


Ultimo giorno di Benedetto XVI in terra americana. Tra poco più di un’ora la toccante visita del Papa a Ground Zero, poi nel pomeriggio celebrerà una Messa nello "Yankee Stadium" di New York. Il Pontefice è davvero entrato nel cuore del popolo statunitense. Lo si coglie dall’ampiezza della copertura mediatica, dai servizi televisivi che seguono costantemente il Papa, dai sentimenti della gente che viene intervistata. E dal calore con cui viene accolto, da tutti. Ieri, la Messa nella cattedrale di St. Patrick a New York con oltre tremila tra sacerdoti, religiosi e religiose, ha sottolineato anche la gioia della Chiesa americana di poter festeggiare con il Papa il terzo anniversario della sua elezione al soglio pontificio. Dal canto suo, Benedetto XVI, nel suo saluto radiofonico - rilasciato dopo la Messa - all’emittente della diocesi di New York, “Cyrius Satellite Radio”, ha ringraziato dicendo: “La missione essenziale del Successore di Pietro è confermare i fratelli e le sorelle nella fede. Io sono venuto per compiere questa missione, per confermare i miei fratelli nella fede, ma ora devo dire che i cattolici americani stanno confermando me nella mia fede. Questo mi dà una grande gioia e posso soltanto ringraziare voi, per questa meravigliosa realtà che io ritorno confermato nella mia fede dalle mie sorelle e fratelli degli Stati Uniti”. Sulla Messa nella Cattedrale di St. Patrick, il servizio del nostro inviato negli Stati Uniti, Pietro Cocco:RealAudioMP3


Un lunghissimo, caloroso applauso ha accolto il Papa ieri nella cattedrale di St. Patrick a New York, un luogo storico e punto di riferimento della comunità cattolica della città, chiamata la “casa di preghiera per tutti i popoli”, perchè ogni domenica viene celebrata Messa in trentacinque lingue diverse. Ad accoglierlo l’arcivescovo di New York, il cardinale Edward Egan, insieme al sindaco della città, Michael Bloomberg, insieme a tremila tra sacerdoti, religiosi e religiose, che hanno partecipato alla celebrazione eucaristica con il Papa. E all’intera chiesa statunitense, Benedetto XVI si è rivolto idealmente nel tracciare alcune linee guida, invocando “una nuova Pentecoste per la chiesa in America”. La sua omelia è stata tutta centrata sulla chiamata all’unità spirituale della Chiesa, e “sulle nostre vocazioni particolari all’interno dell’unità del Corpo mistico”:

“The Church, as “a people made one by the unity of the Father, the Son and the Spirit”...
La Chiesa come “popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (cfr Lumen gentium, 4) è chiamata a proclamare il dono della vita, a proteggere la vita e a promuovere una cultura della vita”.

E’ questa oggi la sfida più urgente, ha ricordato il Papa, nè potrebbe essere altrimenti, perché la proclamazione della vita in abbondanza, la nostra salvezza, è al centro dell’evangelizzazione. Questa vita ha il suo cuore nel Dio trinitario, che è comunione di amore puro e libertà infinita. E’ questo il messaggio di speranza che i cristiani sono chiamati ad annunziare ed incarnare nel mondo, comunicando la gioia che nasce dalla fede e dall’esperienza dell’amore di Dio.

 
Prendendo quindi a spunto le forme neogotiche della cattedrale di St. Patrick e della luminosità delle sue vetrate, Benedetto XVI ha esortato ad essere capaci di attrarre nel mistero di luce della vita ecclesiale tutta la gente, che spesso rimane fuori pur sentendo profondamente un bisogno di spiritualità. Ed ha richiamato l’attenzione di tutti sull’importanza della conversione personale e intellettuale:

“For all of us, I think, one of the great disappointments which followed the Second Vatican Council,…
Una delle grandi delusioni che seguirono il Concilio Vaticano II, con la sua esortazione ad un più grande impegno nella missione della Chiesa per il mondo, penso, sia stata per tutti noi l’esperienza di divisione tra gruppi diversi, generazioni diverse e membri diversi della stessa famiglia religiosa”.
 
Abbiamo bisogno, ha sottolineato Benedetto XVI, sia di una prospettiva fondata sulla fede sia di unità e collaborazione nel lavoro dell’edificazione della Chiesa. Questo significa - ha aggiunto rivolto ai sacerdoti, religiosi e religiose, e a tutta la Chiesa americana - che possiamo andare avanti solo se fissiamo il nostro sguardo su Cristo, aprendoci magari verso punti di vista che non coincidono del tutto con le nostre idee, ma ascoltando ciò che lo Spirito dice a noi e alla Chiesa.

 
Ad esempio di questa unità di visione e di intenti, che è stata anche la grande forza della crescita sorprendente della Chiesa in America, il Papa ha poi additato l’opera straordinaria di un sacerdote americano, Michael McGivney, fondatore dei Cavalieri di Colombo. E con lui ha richiamato l’eredità spirituale di generazioni di religiose, religiosi e sacerdoti che silenziosamente hanno dedicato la loro vita al servizio del popolo in innumerevoli scuole, ospedali e parrocchie.

 
Benedetto XVI ha così chiamato tutti ad essere forze di unità all’interno della Chiesa, impegnandosi ad essere i primi a cercare la riconciliazione, a perdonare i torti, ad evitare le contese:
 
“In the finest traditions of the Church in this country, …
In conformità con le tradizioni più nobili della Chiesa in questo Paese, siate anche i primi amici del povero, del profugo, dello straniero, del malato e di tutti i sofferenti! Agite come fari di speranza”.


In questo modo, ha concluso, lo Spirito ci renderà pietre vive del tempio che sta innalzando proprio adesso in mezzo al mondo:


“The spires of Saint Patrick’s Cathedral are dwarfed by the skyscrapers of the Manhattan skyline, …
Proprio come le torri della cattedrale di St. Patrick, che tra i grattacieli di Manhattan sono il segno vivo della costante nostalgia dell’uomo di elevarsi a Dio”.







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