"L’Onu sia casa e centro morale per tutte le Nazioni". Il discorso di Benedetto XVI
di fronte all’Assemblea Generale
L’Organizzazione delle Nazioni Unite come “centro morale, in cui tutte i Paesi del
mondo si sentano a casa loro, sviluppando la comune coscienza di essere una famiglia
di Nazioni”. Cosi Benedetto XVI si è rivolto ieri all’assemblea generale dell’Onu,
dove è stato ricevuto dal segretario generale, Ban Ki Moon, e dal presidente dell’assemblea,
Kerim Srgjan, insieme ai rappresentanti dei 192 Stati membri. Nel suo saluto introduttivo,
Ban Ki-moon, ha sottolineato come ci sia una comunanza di vedute tra Santa Sede e
Onu. Anzi, pur non essendoci una religione ufficiale nell’organizzazione, ha aggiunto
Ban Ki-moon, noi che vi lavoriamo spesso abbiamo un linguaggio di fede e sentiamo
il nostro lavoro come una missione. E, rivolto al Papa, ha detto: “La nostra missione
comune ci unisce”. Un pensiero, questo, condiviso anche dal Presidente dell’Assemblea
Generale, che ha ricordato l’appoggio del Papa al dialogo tra le culture, le Nazioni
e i popoli. E nel ringraziarlo per la sua visita all’Onu, che ricorda a ciascuno la
missione nobile di cui è investito, ha formulato a nome di tutti gli auguri di buon
compleanno a Benedetto XVI, ricordando anche la sua elezione al soglio pontificio
avvenuta il 19 aprile di tre anni fa. La crescente interdipendenza tra i popoli è
stata poi ripresa dal Papa nel corso dell’incontro ecumenico che si è svolto in serata
nella chiesa di St. Joseph a New York. Il servizio del nostro inviato negli Stati
Uniti, Pietro Cocco: