Il Consiglio Ecumenico delle Chiese lancia un appello all’accoglienza dei migranti
Accogliere gli stranieri non è un’opzione facoltativa: lo ha ribadito il Consiglio
Ecumenico delle Chiese (COE), al termine della Conferenza ecumenica mondiale sulle
migrazioni che si è svolta a Beirut, in Libano. In un’epoca in cui “il fenomeno migratorio
assume nuove connotazioni”, ha affermato il segretario generale uscente del COE, Samuel
Kobia, la Chiesa deve “difendere il diritto delle persone sia di circolare liberamente
nei loro Paesi, sia di lasciare le proprie case e vivere altrove, in cerca di una
vita dignitosa, un diritto donato loro da Dio”. Dal suo canto, il segretario generale
della Conferenza cristiana d’Asia, Prawate Kid-am, ha richiamato la necessità di un
approccio positivo con i migranti: “le migrazioni – ha detto – sono un’espressione
coraggiosa della volontà degli individui di superare le difficoltà e di vivere una
vita migliore”. Quanto al traffico di esseri umani, Kid-am ha sottolineato l’importanza
di “fornire vie legali ai migranti, praticando una politica della migrazione e del
lavoro adeguata alle normative nazionali dei singoli Paesi”. Una valutazione sostenuta
anche da Doris Peschke, segretario generale della Commissione delle Chiese sui migranti
in Europa, il quale ha poi invitato ad affrontate il fenomeno migratorio “tramite
programmi di sostegno sociale e di integrazione”. (I.P.)