2008-04-19 15:16:14

Il cardinale Rylko presiede la Messa per il trigesimo della morte di Chiara Lubich


“Un’anima toccata da Dio, che ha lasciato come testamento spirituale l’amore scambievole”. Così ieri il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ricordato Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, durante la Messa celebrata nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore per il trigesimo della sua morte, avvenuta il 14 marzo scorso. A precedere la liturgia brevi testimonianze sul dialogo di rappresentanti di movimenti ecclesiali, varie confessioni cristiane e altre religioni. Da tutti la gratitudine e l’impegno a restare fedeli all’ideale dell’unità. Il servizio è di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3


Non un’omelia, ma un Magnificat guidato dalla Vergine e, quindi, un rinnovato rendimento di grazie per le grandi opere che Dio ha compiuto nella vita della sua umile serva, Chiara. “Questo vogliamo fare nel trigesimo del suo ritorno alla casa del Padre”. Così il cardinale Rylko, facendosi interprete di tutti i presenti nella Basilica dedicata a Maria, “figura determinante nella vita di Chiara – ricorda il cardinale – e chiave – come lei diceva – per entrare nel Vangelo”.

Il porporato ripercorre la vita ricolma di doni naturali e soprannaturali della giovanissima maestra di Trento, la cui prima e ultima parola, il 14 marzo scorso, è stato un umile sì a Dio e ai suoi progetti. Una vita inscindibilmente legata al Movimento dei Focolari – ricorda il porporato - che ha portato avanti a partire solo dalla volontà di vivere l’ideale evangelico, che l’aveva affascinata:

“La Provvidenza la chiamava ad aprire nuovi itinerari di vita cristiana, ma per andare avanti ci voleva coraggio. E lei rispose: “Sì”. Che cosa le dava tanta forza? Chiara attingeva forza dal suo amore appassionato alla Chiesa, al Papa, ai vescovi, dei quali si fidava senza riserve”.

Poi il cardinale Rylko torna al cuore del carisma sorgivo del Movimento dei Focolari: “Credere nell’amore di Dio su ciascuno e amarsi a vicenda, perché tutti siano uno, in una unità basata su Gesù abbandonato”. Questa - ripete il porporato - resta la risorsa dell’Opera di Maria, di cui straordinari sono i frutti, soprattutto per il dialogo ecumenico e interreligioso.

Tutto porta a dire - conclude il cardinale Rylko - che la si possa annoverare nell’albo delle grandi donne cristiane del XX secolo, in cui con forza e bellezza, si è manifestato il genio femminile. E a chi si chiede come sarà il futuro senza di lei, il cardinale Rylko - rinnovando l’appoggio del Pontificio Consiglio per i Laici - non può che ripetere le parole della fondatrice: “Il futuro non lo conosco, è scritto in cielo. A noi adempierlo con l’aiuto di Dio come fatto finora e meglio ancora”:

“Ecco la via maestra da percorre: lasciarsi guidare dal Signore e cercare sempre e soltanto la sua volontà”.







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