Il cardinale Rylko presiede la Messa per il trigesimo della morte di Chiara Lubich
“Un’anima toccata da Dio, che ha lasciato come testamento spirituale l’amore scambievole”.
Così ieri il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i
Laici, ha ricordato Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, durante
la Messa celebrata nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore per il trigesimo
della sua morte, avvenuta il 14 marzo scorso. A precedere la liturgia brevi testimonianze
sul dialogo di rappresentanti di movimenti ecclesiali, varie confessioni cristiane
e altre religioni. Da tutti la gratitudine e l’impegno a restare fedeli all’ideale
dell’unità. Il servizio è di Gabriella Ceraso:
Non un’omelia,
ma un Magnificat guidato dalla Vergine e, quindi, un rinnovato rendimento di grazie
per le grandi opere che Dio ha compiuto nella vita della sua umile serva, Chiara.
“Questo vogliamo fare nel trigesimo del suo ritorno alla casa del Padre”. Così il
cardinale Rylko, facendosi interprete di tutti i presenti nella Basilica dedicata
a Maria, “figura determinante nella vita di Chiara – ricorda il cardinale – e chiave
– come lei diceva – per entrare nel Vangelo”.
Il porporato ripercorre la vita
ricolma di doni naturali e soprannaturali della giovanissima maestra di Trento, la
cui prima e ultima parola, il 14 marzo scorso, è stato un umile sì a Dio e ai suoi
progetti. Una vita inscindibilmente legata al Movimento dei Focolari – ricorda il
porporato - che ha portato avanti a partire solo dalla volontà di vivere l’ideale
evangelico, che l’aveva affascinata:
“La Provvidenza la chiamava ad aprire
nuovi itinerari di vita cristiana, ma per andare avanti ci voleva coraggio. E lei
rispose: “Sì”. Che cosa le dava tanta forza? Chiara attingeva forza dal suo amore
appassionato alla Chiesa, al Papa, ai vescovi, dei quali si fidava senza riserve”.
Poi il cardinale Rylko torna al cuore del carisma sorgivo del Movimento
dei Focolari: “Credere nell’amore di Dio su ciascuno e amarsi a vicenda, perché tutti
siano uno, in una unità basata su Gesù abbandonato”. Questa - ripete il porporato
- resta la risorsa dell’Opera di Maria, di cui straordinari sono i frutti, soprattutto
per il dialogo ecumenico e interreligioso.
Tutto porta a dire - conclude il
cardinale Rylko - che la si possa annoverare nell’albo delle grandi donne cristiane
del XX secolo, in cui con forza e bellezza, si è manifestato il genio femminile. E
a chi si chiede come sarà il futuro senza di lei, il cardinale Rylko - rinnovando
l’appoggio del Pontificio Consiglio per i Laici - non può che ripetere le parole della
fondatrice: “Il futuro non lo conosco, è scritto in cielo. A noi adempierlo con l’aiuto
di Dio come fatto finora e meglio ancora”:
“Ecco la via maestra da percorre:
lasciarsi guidare dal Signore e cercare sempre e soltanto la sua volontà”.