2008-04-19 15:02:33

Elezioni presidenziali e parlamentari in Paraguay


Vigilia di elezioni in Paraguay, dove domani si vota per il rinnovo del presidente della Repubblica e dei due rami del parlamento ma anche per la scelta di 17 governatori di altrettanti dipartimenti e 18 membri del PARLACEM, il parlamento dell’America Latina. La forte povertà lo rende il Paese più indigente dell’area: un terzo dei quasi 7 milioni di abitanti sono poveri e, tra di essi, oltre un milione sono indigeni. Tre i candidati favoriti alla carica di capo di Stato: Blanca Olevar, vicina all’attuale presidente Nicanor Duarte Frutos, l’ex generale Lino Oviedo e Fernando Lugo, rappresentante dell'Alleanza patriottica per il cambiamento. Ma chi sono realmente i favoriti alla guida del Paraguay? Benedetta Capelli lo ha chiesto a Luis Badilla, esperto dell’America Latina della nostra emittente:RealAudioMP3


R. – Tutti i sondaggi continuano ad affermare che dovrebbe essere eletto subito, perchè in Paraguay non c’è ballottaggio, Fernando Lugo, vescovo emerito della diocesi di San Pedro, sospeso a divinis poiché la Santa Sede gli ha comunicato tempestivamente che non avrebbe potuto prendere parte a questa consultazione politica. Lui non ha accettato e quindi è stato “punito”, di questo si tratta, con la sospensione "a divinis".

 
D. – Il Paraguay è un Paese tra i più poveri dell’America Latina, che cosa rappresentano queste consultazioni?

 
R. – Sono molto importanti e praticamente per questa nazione rappresentano una svolta politica e storica, perchè il Paese si trova allo stremo dal punto di vista sociale ed economico: la povertà è il problema fondamentale poiché oltre il 60 per cento della popolazione del Paraguay vive al di sotto del limite minimo. E’ probabile, quindi, che se dovessero essere confermate le previsioni riguardanti la vittoria di Lugo, si spiegherebbe non tanto per il fatto che lui è un sacerdote o un vescovo seppur sospeso "a divinis", quanto per il fatto che il cartello dell’opposizione ha saputo interpretare il disagio della nazione.
 
D. – I vescovi hanno invitato in un messaggio a guardare ai programmi dei candidati, facendo attenzione alla difesa della vita e al bene comune. Quando questo appello potrà essere raccolto?

 
R. – Se noi andiamo ad analizzare i programmi dei principali candidati sembra che l’appello dei vescovi sia stato accolto, perchè questi elementi ci sono nei programmi. Dobbiamo, però, dire – conoscendo bene l’America Latina – che normalmente la questione non è tanto nel testo dei programmi quanto nel comportamento concreto ed immediato durante il governo e l’amministrazione degli affari pubblici.
 
D. – Se dovesse essere eletto Fernando Lugo, quindi questo cartello di forze legate alla sinistra, un altro Paese dell’America Latina si aggiungerebbe a quelli che hanno fatto una scelta di questo tipo. Ma negli equilibri geopolitici cosa rappresenterebbe?

 
R. – Rappresenterebbe un rafforzamento di questa tendenza, che abbiamo orami registrato negli ultimi 7-8 anni, cioè di governi che tendono a spostarsi verso il centro o verso la sinistra e, in alcuni casi, ad opzioni ancora più radicali. La spiegazione a questo fenomeno è molto semplice. In questo sono poi concordi tutti, indipendentemente dalle posizioni politiche ed ideologiche: l’America Latina, in questi ultimi anni, dal punto di vista economico, materiale e della crescita ha aumentato moltissimo la sua capacità ed è un continente che è veramente cresciuto economicamente. Ma al tempo stesso – questo è il paradosso – è aumentata la inequità sociale. C’è molta ingiustizia nonostante la crescita economica, perchè questa tende a concentrasi in piccoli gruppi sociali e non viene poi distribuita.







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