Dall’UE nessuna corsia preferenziale per i profughi cristiani iracheni richiedenti
asilo
Il Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Interni dell’UE, riunitosi ieri
a Lussemburgo, ha annunciato che l’Unione non è pronta a creare un accesso preferenziale
alle richieste di asilo da parte dei cristiani iracheni, perseguitati nel loro Paese.
Al termine della discussione - riporta Avvenire -, Dragustin Mate, ministro degli
Interni sloveno e presidente di turno della riunione, ha spiegato che in seno all’UE
non sono ancora maturate le condizioni per dare la precedenza ai membri di una minoranza
religiosa, etnica e nazionale, con il rischio di limitare in questo modo le possibilità
di altri gruppi di richiedere asilo. A sollevare il problema degli esuli cristiani
iracheni era stato il ministro tedesco dell’Interno, Wolfang Shaeuble sottolineando
che a migliaia fuggono dalla morte, dalla violenza e dalla persecuzione. “Penso che
l’UE e la Germania – ha precisato - debbano offrire loro, in particolare ai profughi
cristiani, una casa in Europa fino a quando non potranno tornare in Patria”. Nei giorni
scorsi la proposta di aprire le porte a 60 mila profughi iracheni, cristiani e di
altre minoranze, era stata avanzata dal presidente della commissione degli episcopati
dell’UE, COMECE, mons. Adrianus van Luyn che, a capo di una delegazione, si era recato
a Lubiana per colloqui e che già nello scorso mese di gennaio aveva scritto una lettera
al ministro Mate. Nel Parlamento europeo, però, solo esponenti del gruppo del Partito
Popolare hanno sostenuto la causa, definendo drammatica la situazione dei profughi
iracheni che riguarda il 37,5% dei cristiani e che rischia di assumere connotati sempre
più preoccupanti. (E.B.)