2008-04-18 15:24:18

Inaugurata ieri a Roma la nuova Accademia di Scienze Umane e Sociali


Dopo oltre dieci anni di collaborazione e di dialogo interdisciplinare tra scienze sociali e scienze religiose e tra sapere umanistico e scientifico, ieri è stata inaugurata ufficialmente l’Accademia di Scienze Umane e Sociali: un’esperienza nata da docenti delle università laiche ed ecclesiastiche della diocesi di Roma, che nel tempo è riuscita a coinvolgere più di 120 docenti di Università internazionali ed ha ottenuto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura. Lo scopo della nuova Accademia - riferisce l'Agenzia Fides - è di coprire un vuoto culturale, opponendo il concetto dell’unità del sapere alla minuziosa specializzazione da cui sono ormai ossessionate l’università e la cultura moderna. L’inaugurazione è avvenuta in quella che è stata scelta come sede dell’Accademia, l’Abbazia di Santa Croce in Gerusalemme, perché sull’esempio di San Benedetto e della sua onda civilizzatrice - attraverso il motto "ora et labora" - il compito e la completezza di ogni monastero nascono dal collaborare all’umanizzazione della società e alla diffusione del Vangelo. Per questo motivo, con questo intento educativo, padre Simone Fioraso, Abate di S. Croce, ha accettato di ospitare la sede dell’Accademia, come ha raccontato lui stesso durante la cerimonia di inaugurazione. Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, è intervenuto sul tema ‘Testo sacro e religioni’, prendendo spunto da un omonimo volume che l’Accademia ha pubblicato nel 2006, nel quale l’analisi del rapporto fra religione e identità grafica parte dalla cultura assiro-babilonese, per arrivare alle confessioni monoteiste. Tutti i grandi culti si basano su un testo, del quale poi cercano di rilevare la sorgente; un testo che nasconde sempre un messaggio trascendente, che valica tempo e spazio. Il libro, anche quello laico, cerca di comprimere ciò che per sua natura eccede, ossia l’infinito, l’eterno, dandogli un aspetto grafico. Oltre al testo scritto, ha spiegato mons. Ravasi, esiste la parola, scandita dalla voce; è spesso fragile e limitata, è il divino che entra nel limite umano. La parola divina è alla base dell’esperienza salvifica possibile per l’uomo. Per questo i testi sacri sono simboli da interpretare, testi non informativi, ma performativi, provocazioni che devono smuovere le coscienze. La neonata Accademia è stata tenuta a battesimo dall’Accademia gemella di grandissimo lustro, quella dei Lincei. Il suo Presidente, prof. Giovanni Conso, ha ribadito la necessità di una disponibilità al dialogo delle Accademie, per conoscersi meglio e conoscere la realtà oggettiva. Il dialogo alla base dell’Accademia, sull’esempio dell’esperienza platonica, è stato centrale anche nell’intervento di Mons. Marcelo Sànchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. (R.P.)







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