Crisi della famiglia e fenomeno degli abusi sessuali negli USA: la riflessione del
prof. Bronislaw Misztal
La società statunitense è stata colpita in questi anni da una seria crisi della famiglia.
A questa crisi si è aggiunto il tragico fenomeno della pedofilia che ha colpito anche
la Chiesa cattolica. Su questi temi, uno dei nostri inviati inegli Stati Uniti, padre
Josef Polak, ha raccolto il commento del prof. Bronislaw Misztal, preside
della Facoltà di sociologia dell’Università Cattolica d’America a Washington:
R.
- Parlando del fenomeno degli abusi sessuali realizzati da un certo gruppo di persone,
vorrei sottolineare che statisticamente parlando, queste deviazioni non si presentano,
in percentuale, maggiormente tra i sacerdoti e le persone della Chiesa cattolica che
nel resto della popolazione. Anzi, al contrario, in percentuale sono minori. Invece
in questo Paese abbiamo un fenomeno nel quale si può indire qualsiasi processo su
qualsiasi accusa. In un momento in cui si presenta una “vacca da mungere”, dalla quale
si possono estorcere soldi, cresce il numero delle accuse. Naturalmente una parte
di esse è vera, è un dolore. Mi riferisco anche alle persone laiche e ai chierici
di altre confessioni. In questi giorni a Washington è stato condannato un pastore
battista per pedofilia e incesto con le proprie figlie. Questa vicenda, riportata
sull’undecima pagina di un giornale locale, ha ricevuto una risonanza ben minore di
quelle relative alla Chiesa cattolica. Bisogna aggiungere che questo è effetto anche
della posizione molto forte della Chiesa cattolica statunitense. Secondo le più caute
valutazioni, in America abbiamo 60 milioni di cattolici praticanti. E probabilmente,
se aggiungessimo anche gli immigrati illegali, il numero di cattolici arriverebbe
a 80-84 milioni. La Chiesa cattolica quindi, è certamente la più grande realtà ecclesiale
degli Stati Uniti.
D. - Professor Misztal, a che
cosa è dovuta l’attuale crisi della famiglia nella società americana?
R.
- Questa crisi è legata a due o tre elementi, che risultano dal cambiamento della
politica sociale dello Stato, specialmente dal cambiamento giuridico ed economico
avvenuto 20-30 anni fa. Prima di tutto è cresciuta l’attività professionale delle
donne. Questo fenomeno ha “risucchiato” le donne dalla famiglia, dal nucleo familiare.
Ha fatto sì che la donna esca di casa la mattina, come gli uomini. E questo è legato
a un'altra realtà, della quale parla il filosofo sociale Francio Fukuyama nel suo
libro “The Great Disruption”: è vero che le donne sono entrate nel mercato del lavoro,
ma la somma globale di soldi guadagnati dalle persone che lavorano è uguale a quella
di quando lavoravano soltanto gli uomini. Perciò, per mantenere una famiglia, prima
poteva lavorare soltanto l’uomo, oggi devono lavorare in due e i figli rimangono soli
e senza cura. Ciò ha suscitato una crisi di educazione familiare e di trasmissione
dei valori tradizionali, ma anche crisi d’autorità dei genitori. Le difficoltà poi
aumentano quando i genitori divorziano. Nella famiglia divorziata sparisce l’autorità
del padre e della madre e di conseguenza anche l’autorità di Dio. Tutto ciò pone delle
ombre sull’educazione di bambini e degli adolescenti. La scuola cattolica entra in
questo mondo e assicura ai giovani il contatto con i valori della Bibbia e quelli
della Dottrina sociale della Chiesa. Ma questo non è sufficiente. Il bambino torna
a casa e la trova vuota. I bambini portano le chiavi appese al collo e aprono la casa
da soli. I genitori tornano la sera. Sono stanchi. A casa litigano. Si accende televisore.
Non si parla di cose serie. Questa crisi è molto seria e coinvolge il livello di educazione
dei giovani americani e specialmente le scuole, che non trasmettono più i valori tradizionali.