2008-04-18 15:06:16

Al via a Roma il Convegno biblico nazionale su ‘La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa’: intervista con don Giorgio Zevini


In preparazione alla XII Assemblea del Sinodo dei Vescovi (5-26 ottobre 2008), la Facoltà di Teologia dell’Università Salesiana in Roma, in collaborazione con l’Associazione Biblica Salesiana, ha organizzato da oggi a domenica prossima un Convegno nazionale dedicato alla Parola di Dio in prospettiva pastorale. Il Convegno è indirizzato ad operatori pastorali (presbiteri, consacrati/e, catechisti/e, animatori di pastorale giovanile) e a quanti desiderano una formazione biblica aggiornata. Giovanni Peduto ha chiesto di parlarcene a don Giorgio Zevini, decano-preside della Facoltà di Teologia e promotore del Convegno:RealAudioMP3


R. - Il Convegno è stato pensato in funzione del prossimo Anno paolino e del Sinodo dei vescovi sul tema: “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Il documento dei Lineamenta del Sinodo così si esprime: “Una pastorale biblica, o meglio una pastorale continuamente animata dalla Bibbia, è una richiesta che oggi si propone ad ogni comunità della Chiesa” (n.21). Per cui questi sono gli obiettivi del nostro Convegno biblico nazionale: riconoscere il senso corretto di pastorale biblica nella vita e nella missione della Chiesa; conseguire una visione di insieme sul senso della Parola di Dio e il suo riferimento alla Sacra Scrittura; avvertire la portata del linguaggio attuale nella comunicazione della Bibbia; cogliere nel nostro tempo ecclesiale alcune iniziative maggiori di incontro con la Bibbia.

 
D. - Oggi nelle parrocchie si fa spazio alla pastorale biblica?

 
R. - Dipende: in alcune parrocchie c’è spazio per una pastorale biblica, in altre meno. Tutto dipende dalla sensibilità dei presbiteri e dagli animatori parrocchiali. Dove si fa catechesi biblica con la lettura, l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio ci sono risultati concreti, come in vari gruppi sulla Parola, centri di ascolto, comunità vive, laboratori della fede…Oggi ci sono laici e catechisti impegnati che danno un valido contributo alla “nuova evangelizzazione” dove è il cuore nella Parola che è Cristo, ma in molti ambienti ecclesiali si deve fare di più per sensibilizzare tutti i fedeli, giovani e adulti, allo spirito promosso dal Concilio sulla Bibbia, a questo ritorno alle Scritture, come afferma la Dei Verbum, mediante “un contatto continuo e familiare con il Libro sacro onde apprendere la sublime scienza di Gesù Cristo”.

 
D. - I fedeli indubbiamente hanno sete di Parola di Dio ma, nello stesso tempo, c’è tanta ignoranza…

 
R. - E’ vero. Il nostro tempo ha un’autentica fame della Parola di Dio. Dice il profeta Amos: “Ecco, verranno giorni – dice il Signore Dio - in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane, né di sete di acqua, ma d’ascoltare la parola del Signore” (8,11). Questa fame di ascolto della Parola non è altro che bisogno di amore presente specie in molti giovani e laici impegnati del nostro tempo, desiderosi di sconfiggere il vuoto e la morte che li circonda per riempire il cuore di Parola di Dio e di amore verso i fratelli, specie i più poveri e lontani dal Signore. Naturalmente questo desiderio non è in tutti i fedeli, i quali per ignoranza, pigrizia o per trascuratezza non hanno alimentato le ragioni della loro fede con una catechesi adeguata. Bisogna però ascoltare questo grido di molti fedeli che sale dal popolo di Dio, desideroso di far esperienza spirituale ed avere una solida formazione biblica. L’ignoranza e la poca conoscenza della Bibbia, della Storia sacra e della catechesi biblica in genere si può superare con una catechesi permanente ed esistenziale valida che affronti i problemi di senso dell’uomo d’oggi.

 
D. - Come riportare la Parola di Dio al centro della vita cristiana?

 
R. - La Parola di Dio nella storia della Chiesa è stata sempre al centro della vita cristiana, anche se con alterne vicende. Si tratta oggi di favorire una catechesi di incontri biblici a vari livelli di età e di conoscenza, specie con il metodo della Lectio divina. Negli ambienti dove questo avviene si notano notevoli frutti per una ripresa di vita cristiana. Ma bisogna utilizzare bene questo metodo della Lectio divina in modo che la Parola di Dio non diventi un fatto intellettuale o teorico staccato dalla vita. La Parola di Dio deve passare in tutti dalla mente al cuore ... ma per arrivare a questo gli annunciatori della Parola più che maestri devono essere testimoni vivi della Parola che annunciano. E soprattutto far comprendere che la Parola non è qualcosa ma Qualcuno, la Persona di Cristo che vuole entrare in dialogo con ogni uomo e condurlo alla verità e alla libertà.

 
D. - Il Papa, infatti, esorta a praticare la Lectio divina …

 
R. - Si!I Pontefici, specie Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, hanno parlato spesso e in molte circostanze della Lectio divina, sia in documenti ecclesiali, sia in varie loro omelie. Ha affermato il Papa Benedetto XVI: “Chiesa e Parola di Dio sono tra loro inscindibilmente legate: la Chiesa vive della Parola e la Parola di Dio risuona nella Chiesa, nel suo insegnamento e in tutta la sua vita”. Uno dei metodi più efficaci per raggiungere questo scopo è certamente la Lectio divina, cioè l’assidua lettura della Scrittura accompagnata dalla preghiera: si ascolta Dio che parla e pregando gli si risponde con fiduciosa apertura del cuore. Il Papa ha detto espressamente che “questa prassi se efficacemente promossa recherà alla Chiesa una nuova primavera spirituale”. Per questo la Lectio divina va perciò ulteriormente incoraggiata e applicata anche con metodi al passo con i tempi, come intendiamo fare noi qui all’Università Pontificia Salesiana con questo Convegno Biblico Nazionale.

 
D. - Come farsi guidare dalla Parola di Dio senza cadere in interpretazioni soggettive o erronee?

 
R. - Purtroppo oggi anche in certi ambienti ecclesiali si corre il rischio di interpretazioni soggettive ed arbitrarie sulla Bibbia, dando più spazio alle opinioni personali più che all’ascolto dello Spirito, che sempre parla e guida la vita della Chiesa. Si tratta di favorire l’uso della Scrittura sotto l’azione dello Spirito Santo. E’ lo Spirito, infatti, il vero esegeta delle Sacre Scritture; è lo Spirito che apre la mente e guida il cuore del cristiano durante l’ascolto della Parola; è lo stesso Spirito che agisce oggi, come ha agito nel passato sugli autori sacri e rende feconda la Parola. Ma vanno messe in pratica anche le regole ermeneutiche che la Chiesa ha espresso nella Dei Verbum: cioè, la Bibbia va letta in Ecclesia, nella viva tradizione della Chiesa; va letta tenendo presente l’unità e la totalità di tutta la Scrittura e l’analogia della fede, seguendo il cammino tracciato dal Magistero della Chiesa, che ha il compito di ascoltare, custodire e fedelmente esporre la Parola di Dio al Popolo di Dio.







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