Olanda: intervento del Consiglio Ecumenico delle Chiese al Sinodo della Chiesa protestante
“Il movimento ecumenico è fedele al Vangelo solo se consiste in un movimento di speranza
che si confronta con le numerose minacce alla vita, presenti nel mondo di oggi”. Questo
il passaggio principale del discorso di Samuel Kobia, segretario generale uscente
del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), intervenuto nei giorni scorsi a Lunteren,
in occasione del Sinodo generale della Chiesa protestante in Olanda. Le minacce alla
vita, ha continuato Kobia, “includono il micidiale scandalo della povertà, le malattie
come l’AIDS, le conseguenze devastanti e distruttive dei cambiamenti climatici e le
guerre, compreso il pericolo, ancora imminente, dell’uso di armi nucleari”. Il segretario
generale uscente del CEC ha poi ricordato l’importanza del ruolo del movimento ecumenico
in un mondo “profondamente diviso”: “Tensioni religiose, culturali, etniche, economiche
e politiche, insieme ai conflitti – ha detto - portano molte popolazioni alla disperazione”.
Di qui, l’invito a puntare sulla speranza: “Oggi il movimento ecumenico – ha detto
Kobia - è chiamato, ancora una volta, a portare la speranza in un mondo distrutto,
per cercare, attraverso di essa, un’unità visibile”. Infine, Kobia ha richiamato l’attenzione
sulla necessità di adeguare l’ecumenismo all’attualità: “La diversità dell’ecumenismo
nel mondo – ha spiegato – può essere sperimentata in molte città di tutta Europa.
Questo indica che la vecchia suddivisione del movimento ecumenico in ‘regionale’,
‘nazionale’, ‘mondiale’ non è più adatta”. Per questo, ha concluso il segretario generale
uscente del CEC, “è fondamentale per il CEC che le Chiese stesse si impegnino nella
ricerca di nuovi metodi e nuovi modelli di relazioni, necessari ad un ecumenismo vitale
nel XXI secolo”. (I.P.)