Le sfide della Chiesa negli Stati Uniti al centro dell'incontro di Benedetto XVI con
i vescovi americani
Ieri pomeriggio a Washington (notte avanzata in Italia), Benedetto XVI si è incontrato
con i circa quattrocento vescovi americani, nel Santuario nazionale dell’Immacolata
Concezione, patrona degli Stati Uniti. Un incontro cordiale, in cui non sono mancati
calorosi cori di auguri per il compleanno del Papa. Preceduta dalla celebrazione dei
Vespri ed introdotta dal presidente della Conferenza episcopale americana, il cardinale
George, la conversazione tra Benedetto XVI e i vescovi è stata cordiale e molto franca.
Ce ne parla il nostro inviato, Pietro Cocco:
La comunità
cattolica degli Stati Uniti è tra le più vaste del mondo ed una delle più influenti.
Se da una parte il Papa ha espresso l’incoraggiamento a continuare ad accogliere gli
immigrati e l’apprezzamento per la tante iniziative caritative e umanitarie, nonché
per l’attenzione riservata all’educazione religiosa ed alla rete delle scuole cattoliche.
Dall’altra Benedetto XVI non ha mancato di toccare i vari punti di crisi della cultura
americana di oggi, pure contrassegnata da un genuino spirito religioso: come l’influenza
del secolarismo che provoca una separazione tra fede e vita, e del materialismo che
semplicemente esclude Dio fidando nelle possibilità illimitate della tecnica e della
scienza. Così come l’accentuazione dell’individualismo che dimentica la responsabilità
per gli altri. A questo proposito Benedetto XVI ha espresso la profonda preoccupazione
per la situazione della famiglia all’interno della società e per le molte leggi già
in vigore o in discussione sulle quali ha esortato i vescovi e la comunità cattolica
a far sentire la propria voce. Occorre aprire le menti alla verità morale, offrendo
l’autentico insegnamento del vangelo della vita.
Tra
i segni contrari al vangelo della vita, presenti in America ma anche altrove, ha poi
detto: “ce n’è uno che provoca profonda vergogna: l’abuso sessuale dei minori.” Un
comportamento gravemente immorale che, compiuto da uomini di Chiesa è stato un tradimento
dei loro obblighi e compiti sacerdotali, ed ha provocato un enorme dolore, prima di
tutto alle vittime ed alle loro famiglie, ma anche all’interno delle stesse comunità
cattoliche. Il Papa ha ricordato l’azione riparatrice promossa dai vescovi americani,
come anche l’opera eccellente portata avanti dalla stragrande maggioranza dei sacerdoti
e dei religiosi in America. Ed ha sottolineato che le misure di protezione dei bambini
devono prevedere che siano risparmiate loro le manifestazioni degradanti e la volgare
manipolazione della sessualità, oggi così diffuse attraverso i mass media direttamente
dentro le case. Il peccato d’abuso va posto cioè nel contesto dei comportamenti sessuali,
ed è un problema che riguarda non solo la Chiesa, ma ogni settore della società. Esige
quindi, ha sottolineato Benedetto XVI, una risposta determinata e collettiva.
Il
lungo incontro del Papa con i vescovi americani si è poi concluso con una serie di
domande dei vescovi e risposte del Papa sull’importanza dell’evangelizzazione della
cultura, sul ruolo della Chiesa, sulla difficoltà di far comprendere il vero significato
della salvezza portata da Cristo, e sul valore della preghiera personale per poter
aiutare i giovani, ed ogni persona, ad ascoltare la volontà di Dio per la nostra vita
e capire la vocazione a cui siamo chiamati.
Un ringraziamento
speciale è stato rivolto da Benedetto XVI alla diocesi di Washington e all’intera
Chiesa statunitense, che in occasione del suo compleanno gli hanno fatto due doni
importanti per l’aiuto ai poveri. In particolare il cardinale George, presidente della
Conferenza episcopale americana, ha donato al Papa un assegno di 850mila dollari.
Nel ringraziare per la generosità, il Papa ha osservato come questo sia “il più bello
e convincente esempio della verità della fede, perché la verità si mostra nella carità”.
(Dagli Stati Uniti, Pietro Cocco)