La Conferenza mondiale "Infopoverty" promuove nuove tecnologie e fonti energetiche
rinnovabili per lo sviluppo
Le nuove tecnologie e le fonti energetiche rinnovabili rappresentano una speranza
concreta per vincere il sottosviluppo nei Paesi più poveri del mondo. “Tecnologie
intelligenti e a basso costo per combattere la povertà e salvare il pianeta” è il
tema prescelto per l’ottava edizione mondiale Infopovertà che ha preso il via ieri
al Palazzo di Vetro della Nazioni Unite a New York connesso in videoconferenza con
le due sedi milanesi del Politecnico e dell’Università Cattolica che ospiterà la tavola
rotonda conclusiva di domani 18 aprile. Il servizio di Fabio Brenna:
Banda
larga ed energia solare sono le basi per dare vita a progetti concreti nel campo della
telemedicina, della formazione a distanza e dell’agricoltura. In Honduras, Libano,
Tunisia, Madagascar sono già stati sviluppati progetti basati sull’uso delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione applicate a piani di sviluppo. Piergiacomo
Ferrari è il responsabile milanese dell’OCCAM, l’agenzia delle Nazioni
Unite che promuove il programma Infopoverty:
“Noi stiamo sviluppando
un sistema di telemedicina, una telescuola professionale e microcredito. Direi che
il problema alimentare che si sta incancrenendo nel mondo, anzi, peggiorando, effettivamente
è un argomento che noi con l’istruzione professionale, possiamo risolvere nei Paesi
emergenti. Perché questi Paesi, effettivamente, il primo bisogno che hanno è quello
di tipo alimentare: non doversi approvvigionare da altri Paesi”.
L’Università
Cattolica ospiterà domani la tavola rotonda conclusiva su “Nuove tecnologie e fonti
energetiche alternative: un binomio per vincere la povertà?”, che si svolgerà in videoconferenza
con l’ONU a New York, l’UNESCO a Parigi e la Commissione Europea a Bruxelles. Maria
Grazia Cavenaghi Smith è la rappresentante della Commissione a Milano:
“Il
Parlamento europeo è una delle organizzazioni veramente in prima linea per quanto
riguarda lo sfruttamento delle fonti energetiche alternative; il Parlamento ha addirittura
creato una Commissione temporanea che si occupa delle fonti energetiche alternative,
dei cambiamenti climatici e della soluzione che dev’essere portata con almeno il 30
per cento di energia prodotta tramite fonti energetiche alternative. Quindi, si spinge
oltre quelli che sono stati gli obiettivi fissati. Per il Parlamento europeo questa
è una grande sfida, è una sfida importantissima”.
Nell’ambito del progetto
Infopoverty l’Università Cattolica ha dato vita quest’anno al Centro di solidarietà
internazionale che intende dare un contributo sotto il profilo della formazione a
distanza. Nei prossimi mesi partirà un progetto in collaborazione con l’Università
di Kampala, in Uganda, per corsi di formazione in ambito agricolo.