CROAZIA Tensioni tra parroco a Pola e fedeli italiani
POLA, 17apr08 - La parrocchia di San Antonio a Pola, in Istria (Croazia), è diventata
nelle scorse settimane luogo di tensioni interetniche tra alcuni fedeli italiani e
il parroco croato dopo che questi avrebbe proibito al coro della chiesa la pluridecennale
tradizione di eseguire un canto liturgico in lingua italiana durante le celebrazioni
della Santa Messa domenicale. Oggi i dirigenti dell'Unione italiana (Ui) dell'Istria
e di Fiume in una conferenza stampa a Pola hanno espresso la loro solidarietà con
i sei membri del coro parrocchiale che si sono rivolti al vescovo della diocesi di
Poreč i Pula, mons. Ivan Milovan, perché intervenisse presso il parroco, padre
Tomislav Hrstic francescano, e permettesse il ripristino della tradizione. Padre
Hrstic, secondo quanto riportato dalla stampa locale, avrebbe escluso il canto liturgico
in italiano con la spiegazione che ''la messa va celebrata nella lingua del popolo''
(ovvero quella croata) e che la sua non è una parrocchia bilingue. Il presidente
dell'Ui Furio Radin si è detto amareggiato dal comportamento del parroco. ''La Chiesa
cattolica dovrebbe essere sovranazionale e il test della sua sovranazionalità è proprio
il suo rapporto verso le minoranze'', ha affermato Radin ricordano che Pola è per
statuto una città bilingue e che la Chiesa, quale istituzione che vuole operare nella
società, ''dovrebbe rispettare le varie e diverse realtà che la circondano''. Il
parroco - che era presente alla conferenza stampa ma non ha voluto fare alcun commento
- ha espresso oggi la propria posizione sul giornale locale 'Glas Istre', sottolineando
che ''le lingue liturgiche in Croazia sono il croato, il latino e il paleoslavo,
mentre le altre lingue non hanno uno status regolare nelle celebrazioni liturgiche''.
Il francescano ha invitato i fedeli che desiderano cantare in italiano a farlo nel
coro di Siana, che si trova in un quartiere periferico della città con una più numerosa
presenza italiana, nella cattedrale cittadina o di pregare, se vogliono anche
in italiano, in qualsiasi chiesa. (Ansa-MANCINI)