2008-04-17 08:20:15

Alla Casa Bianca il benvenuto del presidente Bush al Papa nel giorno del suo 81° compleanno. Tra Benedetto XVI e i vescovi americani un dialogo cordiale e franco sulla situazione della chiesa e della società americana


Libertà, democrazia, giustizia, verità, ruolo della Chiesa, sono i grandi temi che sono riecheggiati ieri nella prima giornata pubblica di Benedetto XVI a Washington, prima tappa della sua visita negli Stati Uniti e all’Onu. Nel giorno dell’81° compleanno del Papa, il presidente Bush ha organizzato una grande festa a alla Casa Bianca, in una scenografia di grande effetto, con oltre 13 mila invitati. E, per le strade di Washington, Benedetto XVI ha ricevuto l’abbraccio entusiasta di migliaia di persone che lo hanno atteso lungo il percorso dei suoi spostamenti. Anche i vescovi americani, incontrati successivamente hanno festeggiato il Papa, ringraziandolo per il suo servizio alla Chiesa. Ma ripercorriamo insieme le tappe di questa prima intensa giornata, con il nostro inviato, Pietro Cocco: RealAudioMP3

Diciamo subito che si è trattato di una giornata di grande impegno per il Papa, soprattutto per l’importanza dei temi affrontati, sia nell’incontro del mattino alla Casa Bianca con il Presidente Bush, sia in quello del pomeriggio con i vescovi americani, in uno spirito di grande franchezza.
Nel suo discorso alla cerimonia di benvenuto, Benedetto XVI ha esordito dicendo: “Vengo come amico e annunciatore del vangelo, e come uno che rispetta grandemente questa vasta società pluralistica”. Una società al cui centro sta la ricerca della libertà, ma anche la consapevolezza che “i principi che governano la vita politica e sociale sono intimamente collegati con un ordine morale,” e con una verità, che dice che tutti gli uomini sono creati uguali e dotati di inalienabili diritti, fondati sulla legge di natura e sul Dio creatore. Principi non facili da incarnare in una società, ma per i quali le credenze religiose possono essere un’ispirazione e una forza orientatrice.

Temi poi sviluppati nel pomeriggio in un dialogo molto articolato e concreto tra Benedetto XVI e l’episcopato statunitense, nel quale sono state espresse le priorità e le preoccupazioni della chiesa americana di oggi. Una comunità cattolica, ha osservato il Papa, tra le più vaste del mondo ed una delle più influenti. Se da una parte vi è stato l’incoraggiamento a continuare ad accogliere gli immigrati e l’apprezzamento per la tante iniziative caritative e umanitarie, nonché per l’attenzione riservata all’educazione religiosa ed alla rete delle scuole cattoliche. Dall’altra il Papa non ha mancato di toccare i vari punti di crisi della cultura americana di oggi, pure contrassegnata da un genuino spirito religioso: come l’influenza del secolarismo che provoca una separazione tra fede e vita, e del materialismo che semplicemente esclude Dio fidando nelle possibilità illimitate della tecnica e della scienza. Così come l’accentuazione dell’individualismo che dimentica la responsabilità per gli altri. A questo proposito Benedetto XVI ha espresso la profonda preoccupazione per la situazione della famiglia all’interno della società e per le molte leggi già in vigore o in discussione sulle quali ha esortato i vescovi e la comunità cattolica a far sentire la propria voce. Occorre aprire le menti alla verità morale, offrendo l’autentico insegnamento del Vangelo della vita.

Tra i segni contrari al vangelo della vita, presenti in America ma anche altrove, ce n’è uno che provoca profonda vergogna: l’abuso sessuale dei minori.
Un comportamento gravemente immorale che, compiuto da uomini di chiesa è stato un tradimento dei loro obblighi e compiti sacerdotali, ed ha provocato un enorme dolore, prima di tutto alle vittime ed alle loro famiglie, ma anche all’interno delle stesse comunità cattoliche.
Il Papa ha ricordato l’azione riparatrice promossa dai vescovi americani, come anche l’opera eccellente portata avanti dalla stragrande maggioranza dei sacerdoti e dei religiosi in America.
Ed ha sottolineato che le misure di protezione dei bambini devono prevedere che siano risparmiate loro le manifestazioni degradanti e la volgare manipolazione della sessualità, oggi così diffuse attraverso i mass media direttamente dentro le case. Il peccato d’abuso va posto cioè nel contesto dei comportamenti sessuali, ed è un problema che riguarda non solo la chiesa, ma ogni settore della società. Esige quindi, ha sottolineato Benedetto XVI, una risposta determinata e collettiva.

Il lungo incontro del Papa con i vescovi americani si è poi concluso con una serie di domande dei vescovi e risposte del Papa sull’importanza dell’evangelizzazione della cultura, sul ruolo della Chiesa, sulla difficoltà di far comprendere il vero significato della salvezza portata da Cristo, e sul valore della preghiera personale per poter aiutare i giovani, ed ogni persona, ad ascoltare la volontà di Dio per la nostra vita e capire la vocazione a cui siamo chiamati.

Dagli Stati Uniti, Pietro Cocco, RV


Un ringraziamento speciale è stato rivolto da Benedetto XVI alla diocesi di Washington ed all’intera chiesa statunitense, che in occasione del suo compleanno gli hanno fatto due doni importanti per l’aiuto ai poveri. In particolare il Cardinale George, presidente della conferenza episcopale americana, ha donato al Papa un assegno di 850mila dollari. Nel ringraziare per la generosità, il Papa ha osservato come questo sia “il più bel esempio, e convincente esempio della verità della fede, perché la verità si mostra nella carità.”

Sempre ieri, con un comunicato congiunto, sono stati resi noti i temi al centro del colloquio privato tra il Presidente Bush ed il Papa, nello Studio Ovale della Casa Bianca. Nel comunicato si legge in particolare che “i due hanno riaffermato il proprio totale rifiuto del terrorismo come della manipolazione della religione per giustificare atti immorali e violenti contro innocenti. Si sono anche soffermati sulla necessita' di contrastare il terrorismo con mezzi appropriati che rispettino la persona umana e i suoi diritti''.

''Il Santo Padre ed il Presidente, si dice ancora nel comunicato, hanno dedicato tempo considerevole nel loro colloquio al Medio Oriente, con particolare riferimento al conflitto israelo-palestinese e al sostegno alla sovranita' e all'indipendenza del Libano. Preoccupazione è stata poi espressa per l’Iraq e per la precarieta' in cui vivono le comunita' cristiane.
Un riferimento poi al tema dell’immigrazione negli Stati Uniti, in particolare dall’America Latina, per la quale si chiede una politica coordinata, e soprattutto il rispetto del trattamento umano ed del benessere delle famiglie.








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