Alla Casa Bianca il benvenuto del presidente Bush al Papa nel giorno del suo 81° compleanno.
Tra Benedetto XVI e i vescovi americani un dialogo cordiale e franco sulla situazione
della chiesa e della società americana
Libertà, democrazia, giustizia, verità, ruolo della Chiesa, sono i grandi temi che
sono riecheggiati ieri nella prima giornata pubblica di Benedetto XVI a Washington,
prima tappa della sua visita negli Stati Uniti e all’Onu. Nel giorno dell’81° compleanno
del Papa, il presidente Bush ha organizzato una grande festa a alla Casa Bianca, in
una scenografia di grande effetto, con oltre 13 mila invitati. E, per le strade di
Washington, Benedetto XVI ha ricevuto l’abbraccio entusiasta di migliaia di persone
che lo hanno atteso lungo il percorso dei suoi spostamenti. Anche i vescovi americani,
incontrati successivamente hanno festeggiato il Papa, ringraziandolo per il suo servizio
alla Chiesa. Ma ripercorriamo insieme le tappe di questa prima intensa giornata, con
il nostro inviato, Pietro Cocco:
Diciamo subito
che si è trattato di una giornata di grande impegno per il Papa, soprattutto per l’importanza
dei temi affrontati, sia nell’incontro del mattino alla Casa Bianca con il Presidente
Bush, sia in quello del pomeriggio con i vescovi americani, in uno spirito di grande
franchezza. Nel suo discorso alla cerimonia di benvenuto, Benedetto XVI ha esordito
dicendo: “Vengo come amico e annunciatore del vangelo, e come uno che rispetta grandemente
questa vasta società pluralistica”. Una società al cui centro sta la ricerca della
libertà, ma anche la consapevolezza che “i principi che governano la vita politica
e sociale sono intimamente collegati con un ordine morale,” e con una verità, che
dice che tutti gli uomini sono creati uguali e dotati di inalienabili diritti, fondati
sulla legge di natura e sul Dio creatore. Principi non facili da incarnare in una
società, ma per i quali le credenze religiose possono essere un’ispirazione e una
forza orientatrice.
Temi poi sviluppati nel pomeriggio in un dialogo molto
articolato e concreto tra Benedetto XVI e l’episcopato statunitense, nel quale sono
state espresse le priorità e le preoccupazioni della chiesa americana di oggi. Una
comunità cattolica, ha osservato il Papa, tra le più vaste del mondo ed una delle
più influenti. Se da una parte vi è stato l’incoraggiamento a continuare ad accogliere
gli immigrati e l’apprezzamento per la tante iniziative caritative e umanitarie, nonché
per l’attenzione riservata all’educazione religiosa ed alla rete delle scuole cattoliche.
Dall’altra il Papa non ha mancato di toccare i vari punti di crisi della cultura americana
di oggi, pure contrassegnata da un genuino spirito religioso: come l’influenza del
secolarismo che provoca una separazione tra fede e vita, e del materialismo che semplicemente
esclude Dio fidando nelle possibilità illimitate della tecnica e della scienza. Così
come l’accentuazione dell’individualismo che dimentica la responsabilità per gli altri.
A questo proposito Benedetto XVI ha espresso la profonda preoccupazione per la situazione
della famiglia all’interno della società e per le molte leggi già in vigore o in discussione
sulle quali ha esortato i vescovi e la comunità cattolica a far sentire la propria
voce. Occorre aprire le menti alla verità morale, offrendo l’autentico insegnamento
del Vangelo della vita.
Tra i segni contrari al vangelo della vita, presenti
in America ma anche altrove, ce n’è uno che provoca profonda vergogna: l’abuso sessuale
dei minori. Un comportamento gravemente immorale che, compiuto da uomini di chiesa
è stato un tradimento dei loro obblighi e compiti sacerdotali, ed ha provocato un
enorme dolore, prima di tutto alle vittime ed alle loro famiglie, ma anche all’interno
delle stesse comunità cattoliche. Il Papa ha ricordato l’azione riparatrice promossa
dai vescovi americani, come anche l’opera eccellente portata avanti dalla stragrande
maggioranza dei sacerdoti e dei religiosi in America. Ed ha sottolineato che le
misure di protezione dei bambini devono prevedere che siano risparmiate loro le manifestazioni
degradanti e la volgare manipolazione della sessualità, oggi così diffuse attraverso
i mass media direttamente dentro le case. Il peccato d’abuso va posto cioè nel contesto
dei comportamenti sessuali, ed è un problema che riguarda non solo la chiesa, ma ogni
settore della società. Esige quindi, ha sottolineato Benedetto XVI, una risposta determinata
e collettiva.
Il lungo incontro del Papa con i vescovi americani si è poi concluso
con una serie di domande dei vescovi e risposte del Papa sull’importanza dell’evangelizzazione
della cultura, sul ruolo della Chiesa, sulla difficoltà di far comprendere il vero
significato della salvezza portata da Cristo, e sul valore della preghiera personale
per poter aiutare i giovani, ed ogni persona, ad ascoltare la volontà di Dio per la
nostra vita e capire la vocazione a cui siamo chiamati.
Dagli Stati Uniti,
Pietro Cocco, RV
Un ringraziamento speciale è stato rivolto da Benedetto
XVI alla diocesi di Washington ed all’intera chiesa statunitense, che in occasione
del suo compleanno gli hanno fatto due doni importanti per l’aiuto ai poveri. In particolare
il Cardinale George, presidente della conferenza episcopale americana, ha donato al
Papa un assegno di 850mila dollari. Nel ringraziare per la generosità, il Papa ha
osservato come questo sia “il più bel esempio, e convincente esempio della verità
della fede, perché la verità si mostra nella carità.”
Sempre ieri, con un comunicato
congiunto, sono stati resi noti i temi al centro del colloquio privato tra il Presidente
Bush ed il Papa, nello Studio Ovale della Casa Bianca. Nel comunicato si legge in
particolare che “i due hanno riaffermato il proprio totale rifiuto del terrorismo
come della manipolazione della religione per giustificare atti immorali e violenti
contro innocenti. Si sono anche soffermati sulla necessita' di contrastare il terrorismo
con mezzi appropriati che rispettino la persona umana e i suoi diritti''.
''Il
Santo Padre ed il Presidente, si dice ancora nel comunicato, hanno dedicato tempo
considerevole nel loro colloquio al Medio Oriente, con particolare riferimento al
conflitto israelo-palestinese e al sostegno alla sovranita' e all'indipendenza del
Libano. Preoccupazione è stata poi espressa per l’Iraq e per la precarieta' in cui
vivono le comunita' cristiane. Un riferimento poi al tema dell’immigrazione negli
Stati Uniti, in particolare dall’America Latina, per la quale si chiede una politica
coordinata, e soprattutto il rispetto del trattamento umano ed del benessere delle
famiglie.