Sciagura aerea in Congo: decine i morti.Tra i sopravvissuti, due missionari italiani
Nella Repubblica Democratica del Congo, sono decine i morti in seguito all’incidente
aereo avvenuto ieri a Goma, nel nord est del Paese. Tra i pochi sopravvissuti, ci
sono anche due missionari saveriani italiani, padre Pietro Rinaldi e padre Pierfrancesco
Agostinis. Sulle dinamiche e le cause di questa sciagura ascoltiamo, al microfono
di Amedeo Lomonaco, il missionario saveriano, padre Giuseppe Galli,
raggiunto telefonicamente a Goma:
R. –
Li avevamo accompagnati all’aeroporto, li avevamo salutati. Quando l’aereo è partito
invece di prendere il volo, è scoppiato uno pneumatico e l’aereo è quindi uscito di
pista, sbattendo contro alcune case. Poi il velivolo si è spaccato e incendiato.
L’aereo ha anche travolto la gente che era in strada, al mercato, e ha devastato l’abitato.
Sono purtroppo morte, quindi, oltre alle persone che erano in aereo, anche persone
che erano nel mercato e nelle case. Sull’aereo invece, soltanto una decina di persone,
su circa 80 passeggeri, si sono salvate. I nostri due padri, fortunatamente, erano
fra loro.
D. – Come sta padre Pietro Rinaldi?
R.
– Padre Pietro Rinaldi è rimasto in clinica, perchè essendo stato fra gli ultimi ad
uscire, ha respirato il fumo è rimasto intossicato; ha ricevuto ossigeno per alcune
ore ed è sotto osservazione. Ha anche delle ustioni.
D.
– Per quanto riguarda, invece, le condizioni di salute di padre Pier Francesco Agostinis?
R.
– Lui sta sicuramente meglio. Ha preso un colpo alla testa ma ha superato lo shock;
è tornato da solo facendosi portare con una motocicletta fino alla parrocchia. Noi
siamo infatti in periferia in una parrocchia alla periferia di Goma.
D.
– Qual è l’attività, in generale, dei missionari saveriani in Congo, un Paese purtroppo
devastato da violenze, povertà, miseria?
R. – La
nostra attività è soprattutto svolta nelle parrocchie: siamo a contatto con i giovani.
Siamo in questa parrocchia da quattro anni e vogliamo certamente continuare il nostro
lavoro, perchè l’area di Goma è ancora una zona di guerra. La nostra presenza è importante,
perchè possiamo aiutare a comprendere che oggi, pur nella sofferenza, il Cristo è
morto e risorto. Questo è il grande messaggio che diamo e che vogliamo trasmettere.