E’ in corso a Rimini, fino a venerdì prossimo, il meeting internazionale incentrato
sul tema “Rafforzare i sistemi di salute nei Paesi a basso reddito, organizzato dall’associazione
“Cittadinanza” in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. All’incontro
partecipano rappresentanti di diversi Stati, tra cui Albania, Mongolia, Thailandia
e Tunisia. L’obiettivo è quello di fornire un confronto sul tema della salute mentale
e sulle strutture sanitarie nei Paesi poveri. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il
quadro è allarmante: oltre 150 milioni di persone al mondo soffrono di depressione,
50 milioni di epilessia, 25 milioni di schizofrenia, 24 milioni di Alzheimer ed oltre
115 milioni hanno disturbi mentali legati all’abuso di alcol e droghe. Le situazioni
più preoccupanti sono quelle dei Paesi poveri: la povertà, infatti, è sia un fattore
determinante sia una conseguenza delle malattie mentali. E’ quanto conferma Anita
Marini, coordinatrice del meeting di Rimini:
“Una persona
povera ha molte più probabilità di ammalarsi ed una persona che ha una malattia mentale
ha molte più probabilità di diventare povero. Sappiamo addirittura che le malattie
mentali non sono solo molto più diffuse nei Paesi poveri, ma sono circa il doppio
rispetto alle malattie mentali presenti nei Paesi ricchi”. I
sistemi di salute mentale nei Paesi a basso reddito presentano, oltre a gravi lacune,
anche alcuni punti di forza, come spiega Maurizio Focchi, presidente
dell’associazione “Cittadinanza”:
“Il primo grande punto di debolezza
è sicuramente la carenza di risorse. Anche perchè queste malattie danno – è brutto
certamente dirlo – poca mortalità rispetto ad altre patologie e, quindi, non vengono
calcolati quelli che sono gli anni di vita persi. Alcuni punti di forza in questi
Paesi sono, a volte, la cooperazione sociale e il coinvolgimento familiare, proprio
perchè a queste malattie bisogna sempre abbinare presidi di tipo puramente medico
– come sono i farmaci – a presidi di tipo sociale ed assistenziale. In questo ambito
ci sono anche le ONG, associazioni religiose. Gli attori possono essere utili in questo
campo e sono molto importanti, perchè alimentano la creatività: anche nei Paesi poveri,
con la creatività e con poche risorse economiche, si riescono a realizzare dei progetti
interessanti”.
Nel mondo, solo il 9 per cento dei 450 milioni di persone
con disturbi mentali riceve cure adeguate. Il restante 91 % vive in gran parte nei
Paesi poveri.