Continua la strage di pedoni sulle strade italiane: ieri altre 4 persone sono morte
travolte da automobili. A Chieti ha perso la vita una bambina di 5 anni. Le strade
del Paese sono tra le più pericolose d’Europa: sono 60 le persone che ogni giorno,
in media, vengono investite. Due i morti ogni 24 ore. A rischio soprattutto gli anziani.
Il Paese europeo più sicuro per i pedoni è l’Olanda: peggio dell'Italia sono Spagna,
Svizzera e Norvegia. Tra le città, particolarmente pericolosa risulta Roma. Ma forse
se ne parla poco. Ascoltiamo in proposito Maurizio Galli Angeli, membro del
Consiglio direttivo dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada. L’intervista
è di Federico Piana:
R. -
Il problema non è che se ne parla poco, il problema è che purtroppo noi ormai ci abituiamo
a tutto. Da un'indagine fatta un po' di tempo fa da Eurostat, confrontando le 14 capitali
europee proprio sul discorso della sicurezza stradale è emerso che Roma è quella che
detiene purtroppo il più alto numero di morti e feriti sulle strade con 8,37 persone
su ogni mille abitanti, con distacchi che sono enormi: la seconda è Copenaghen che
sta a 1,47, poi Londra a 0,85, Parigi a 0,40, e non parliamo di piccole città. Roma
detiene 750 motocicli oltre ad avere 700 veicoli per ogni mille abitanti, c'è un discorso
proprio di numeri. A questo va aggiunto il discorso di non dare valore alla vita.
Il pirata della strada non è più l'extra comunitario che non ha la patente, qui si
parla di persone "normali"; sembra diventato un videogame che ognuno poi "resetta"
e pensa di poter ripartire da capo, pur avendo ucciso una persona, un bambino, o distrutto
una famiglia e questo è assurdo. Ci sono poi colpe anche istituzionali: in Italia
il 70 per cento dei comuni probabilmente dichiarerebbe bancarotta senza gli introiti
delle multe stradali.
D. -Questi introiti dovrebbero
essere reinvestiti per rifare la segnaletica stradale, molto spesso le strisce non
si vedono. In altri Paesi le strisce anche di notte si vedono, sono fatte in modo
catarifrangente...
R. - Sì. Il 50 per cento di quello
che si incassa andrebbe reinvestito in sicurezza stradale. Però reinvestire in sicurezza
stradale non significa pagare gli straordinari ai vigili urbani che vanno a fare le
contravvenzioni in divieto di sosta! Qui il problema è: vogliamo davvero investire
in sicurezza stradale? Ci vorrebbe un'Authority vera, reale, a livello nazionale,
sulla sicurezza stradale, quello che è stato fatto in Francia e in Inghilterra. In
Francia l'allora presidente Chirac disse: questa è una calamità, noi dobbiamo intervenire.
In Francia il numero dei morti si è ridotto del 40 per cento. Ci devono essere delle
responsabilità. I morti per incidenti stradali rappresentano l'1,5 per cento delle
morti totali in Italia ogni anno. Se andiamo tra i ragazzi tra i 25 e i 29 anni, questi
rappresentano il 40,44 per cento dei morti. La metà delle persone che muoiono tra
i 29 e i 39 anni muoiono per incidente stradale. Noi stiamo "uccidendo" i nostri figli.