Si è concluso a Roma il seminario di studi sulla predicazione cristiana promosso dalla
CEI
L’arte del predicare è come un’avventura, un viaggio, un movimento dell’anima che
deve suscitare la nostalgia del totalmente altro, mediante le parole e la testimonianza.
E’ questo uno dei principali punti di arrivo del Seminario di studi sulla predicazione
cristiana oggi, che si è concluso stamani a Roma. Il Simposio, organizzato dal servizio
nazionale della CEI per il Progetto culturale, ha riunito esperti, uomini di cultura,
giornalisti e predicatori per una sorta di check-up della trasmissione orale della
fede, che non si limita all’omiletica, ma comprende anche la catechesi e altre forme
in cui i protagonisti sono i laici. Lo scrittore Ferruccio Parazzoli ha insistito
sulla necessità che il genere letterario del racconto non sia estromesso del tutto
dalla predicazione odierna. Francesco Ognibene di Avvenire ha parlato di parole spesso
sperperate o mercificate, invocando la Chiesa come casa della comunicazione da persona
a persona. Andrea Tornielli, vaticanista de Il Giornale, ha sottolineato la necessità
di tornare a parlare della Storia, a descrivere piccoli e grandi particolari che ci
aiutino a vedere come i Vangeli, lungi dall’essere libri di fantasie, sono innanzitutto
un racconto di fatti, di avvenimenti visti e uditi, di testimonianze, quelle che la
gente soprattutto aspetta. (A cura di Mimmo Muolo)