“Operare per il disarmo significa promuovere una cultura della pace preventiva”:
così, il cardinale Martino all’apertura di un simposio di “Giustizia e Pace”
Promuovere una cultura della pace preventiva: è l’esortazione del cardinale Renato
Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che stamani,
a Palazzo San Calisto, ha aperto il seminario internazionale del dicastero vaticano
sul tema: “Disarmo, sviluppo e pace. Prospettive per un disarmo integrale”. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
“Operare
per il disarmo significa promuovere una cultura della pace preventiva, capace di prevenire
all’origine le cause che possono far degenerare la convivenza umana nello scandalo
della guerra”: è il richiamo del cardinale Renato Raffaele Martino che ha spiegato
come ogni uomo “è un potenziale artefice del disarmo se avrà il coraggio di disarmare
il proprio cuore”. Ogni uomo, è stata la sua esortazione, è “chiamato a essere un
operatore di pace, nella propria vita, e quindi nel mondo”. Questa cultura di pace,
ha aggiunto, “dovrebbe essere acquisita anzitutto dai responsabili delle istituzioni
nazionali e internazionali chiamati ad affinare il dialogo, la mutua fiducia e gli
strumenti diplomatici per la prevenzione e risoluzione pacifica delle controversie”.
Il porporato ha poi ricordato il ruolo importante
delle grandi religioni, “chiamate a convergere sulla difesa del valore della dignità
e della vita umana, e a promuovere una vera e propria pedagogia della pace”. Secondo
“il principio di sufficienza”, ha quindi rilevato, gli Stati hanno diritto ad un armamento
strettamente necessario alla legittima difesa”. Tuttavia, ha avvertito, “non si può
giustificare, né sul piano morale, né su quello giuridico, qualsiasi accumulo eccessivo
di armi, oppure il loro commercio generalizzato”. Riecheggiando Paolo VI, il cardinale
Martino ha quindi ribadito che “lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. Questo sviluppo,
ha concluso, non può essere solo materiale, ma anche, e soprattutto culturale, morale
e spirituale, "allora l’umanità avrà intrapreso il cammino che conduce ad una pace
autentica e duratura”.