ITAICI, 11apr08 - “Noi vescovi, insieme agli organismi, agli assistenti e ai collaboratori
della Chiesa in Brasile, riuniti nella nostra 46esima Assemblea generale a Itaici
intendiamo solidarizzare con i vescovi che attualmente a causa del Vangelo soffrono
persecuzioni e minacce di morte: monsignor Erwin Krautler, della prelatura dello Xingu,
monsignor José Luiz Azcona Hermoso, della prelatura di Marajó e monsignor Flavio Giovenale,
della diocesi di Abaetuba. Qualsiasi aggressione a loro riguarda tutti noi, loro fratelli
nel ministero episcopale e il popolo che servono con valoroso zelo e coraggiosa profezia”.
Così una nota della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), riunita per
la sua 46esima Assemblea generale a Itaici (San Paolo). La nota reca le firme del
suo presidente monsignor Geraldo Lyrio Rocha, arcivescovo di Mariana, del vice-presidente,
monsignor Luiz Soares Vieira, arcivescovo di Manaus, e del segretario generale monsignor
Dimas Lara Barbosa, vescovo ausiliare di Rio de Janeiro. “In Cristo siamo una cosa
sola con loro e con le persone che loro difendono: popoli indigeni, donne, bambini
e adolescenti strumentalizzati dal traffico di esseri umani, venduti dallo sfruttamento
sessuale e uccisi dalla droga. Sosteniamo anche il loro impegno nella difesa dell’ambiente
che il profitto devasta con nefaste conseguenze per la vita umana. Le loro lotte sono
pertanto le nostre lotte, le loro sofferenze sono le nostre sofferenze” evidenziano
i vescovi, aggiungendo: “Siamo solidali anche con gli altri vescovi, religiosi, persone
consacrate, laici che lavorano per gli stessi ideali di vita di giustizia in tutto
il Brasile dove i diritti umani sono costantemente umiliati e che anche per questo
soffrono minacce”. Esprimendo infine “indignazione” per “la nostra società la cui
storia è vergognosamente macchiata di sangue di innocenti caduti per la loro difesa
delle vittime di ingiustizie, gli oppressi e gli esclusi” i vescovi brasiliani fanno
appello “a tutti i cristiani e alle persone che lottano per la giustizia e per la
pace a non lasciare addormentare le loro coscienze”: “Tutti – concludono – siamo responsabili
della costruzione di un paese giusto in cui sia rispettato e garantito il diritto
di tutti a una vita dignitosa. La giustizia, e non la violenza, è quella che costruisce
la pace”. (Misna, Zenit-MANCINI)