Oggi i funerali della mamma che rifiutò di curarsi per proteggere il bimbo che
portava in grembo. La testimonianza del suo parroco, don Giuseppe Nadal
La comunità di Pieve di Soligo, cittadina in provincia di Treviso, renderà oggi pomeriggio
l’estremo commosso saluto a Paola Breda, una mamma che ha sacrificato la propria vita
per non mettere a rischio quella del bimbo che portava in grembo. Colpita da un tumore
al sesto mese di gravidanza, Paola ha rinunciato a curarsi per salvaguardare la nascita
del figlio. Il bimbo, Nicola, che oggi ha 17 mesi, sta bene. Dopo il parto, Paola
ha iniziato le cure, ma non ce l’ha fatta e si spenta l'altro ieri all’età di 38 anni.
Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza del suo parroco, don Giuseppe
Nadal:
R. –
Quattro anni fa, sono passato per la benedizione della famiglia, di questa coppia
Paola e Loris, e ho fatto i complimenti per tutta la bellezza della loro casa. Però
Paola mi ha detto: “Abbiamo una tristezza: da tanto tempo aspettiamo dei figli, da
nove anni siamo sposati e non arrivano i bambini”. E abbiamo pregato. L’anno successivo
sono tornato per la benedizione e li ho trovati gioiosi, perché stavano aspettando
il primo figlio: quindi, la gioia era immensa. Poi, mi comunicano anche la gioia dell’attesa
di un altro bambino. Però, dopo alcuni mesi Paola viene in chiesa con le lacrime agli
occhi e mi dice: “Mi hanno diagnosticato un tumore, mi propongono la chemio ma questo
danneggerà il bambino e io non voglio assolutamente, perché ho sempre chiesto il dono
della maternità, il dono di avere dei figli; ho sempre pregato, e adesso che il Signore
me lo dà non ho la minima idea di perderlo”.
D. –
Ecco: quale segno lascia una vicenda così straordinaria?
R.
– In questo tempo in cui prevale l’egoismo e la violenza e la cronaca ci porta sempre
vicende negative delle famiglie, delle società, credo che sia una cosa molto buona
proporre questi esempi così belli, anche se dolorosi; ma sono di speranza, di vita,
insomma! I moralisti direbbero, in un caso di questo genere, che si può intervenire
preferendo la vita della madre piuttosto che del bambino. Ma in questo caso, ecco,
invece lei è stata generosissima nel dire: voglio portare avanti questo dono che il
Signore mi ha dato.
D. – Da sottolineare che ovviamente
nel momento in cui è nato il bambino, Nicola, Paola ha fatto di tutto per essere curata
in modo adeguato!
R. – Certo, sì, sì. E ha avuto
attorno a sé anche tante persone che l’hanno aiutata. Erano commossi, proprio. Questo
caso ha mobilitato tante persone, anche personale infermieristico, i medici ... Ci
sono dei racconti commoventi che vanno al di là del loro dovere, proprio perché era
una persona molto cara, molto affettuosa, molto buona, e quindi loro si sono dati
da fare tantissimo. E lei era cosciente, ormai, che avrebbe terminato la sua esistenza:
si raccomandava al suo sposo di prestare attenzione ai bambini! La sua unica preoccupazione
era per i bambini, ma era preparata anche a lasciare questa vita.