La speranza cristiana al centro del viaggio apostolico negli Stati Uniti e alla
visita all’ONU: così il Papa in un videomessaggio al popolo americano presentato in
Sala Stampa Vaticana
Porterò il messaggio della speranza cristiana al popolo americano e alle Nazioni Unite:
così, Benedetto XVI sintetizza, in un videomessaggio presentato oggi alla Sala stampa
vaticana, il significato del suo ottavo viaggio apostolico internazionale, il primo
negli Stati Uniti. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Il mondo
“ha più che mai bisogno di speranza: speranza di pace, di giustizia, di libertà, ma
non potrà realizzare questa speranza senza obbedire alla legge di Dio, che Cristo
ha portato a compimento nel comandamento di amarci gli uni gli altri”: è uno dei passaggi
chiave del videomessaggio di Benedetto XVI al popolo degli Stati Uniti d’America,
ad una settimana dall’inizio del suo viaggio apostolico in terra americana. Il Papa
sottolinea che pur visitando solo due città, Washington e New York, “intende abbracciare
tutti i cattolici che vivono negli Stati Uniti”. “Il mio cuore - confida - sarà vicino
a tutti, specialmente ai malati, ai piccoli, agli abbandonati”:
"At
the same time, I earnestly hope that my presence… Al tempo stesso auspico
vivamente che la mia venuta in mezzo a voi sia accolta come espressione di fraternità
verso ogni comunità ecclesiale e come testimonianza di amicizia verso tutti i credenti
e gli uomini e le donne di buona volontà”.
La speranza,
dunque, è il cuore di questo viaggio apostolico e Benedetto XVI ricorda che il tema
della visita è proprio “Cristo nostra speranza”: "Jesus Christ
is hope for men and women… Gesù Cristo è la speranza per gli uomini e
le donne di ogni lingua, razza, cultura e condizione sociale”. E’
grazie a Lui, aggiunge il Pontefice, che possiamo “formare una famiglia di persone
e di popoli che vivono in fraternità”. E constata: “So bene quanto nel vostro Paese
questo messaggio evangelico sia radicato”.
"I shall
also bring the message of Christian hope… Porterò il messaggio della
speranza anche nella grande Assemblea delle Nazioni Unite ai Rappresentanti dei popoli
del mondo”. Un mondo che ha bisogno di speranza. Il Pontefice
si sofferma sulla “regola d’oro”, “Fate agli altri ciò che volete facciano a voi”.
Una regola che si trova nella Bibbia, ma che, avverte, “vale per tutti, anche per
i non credenti”. E’ questa, spiega, “la legge scritta nella coscienza umana, e su
questa possiamo tutti ritrovarci, così che l’incontro delle differenze sia positivo
e costruttivo per l’intera comunità umana”. Benedetto XVI non manca di ringraziare
quanti stanno da tempo lavorando per preparare il viaggio, fattivamente e “aprendo
la strada con la preghiera”. Nel videomessaggio, anche un saluto in spagnolo ai tanti
cattolici statunitensi di origine ispanoamericana:
"Les
aliento a orar intensamente…" Il Papa chiede ai fedeli di lingua spagnola
di pregare intensamente per i frutti pastorali del Viaggio e per “tener alta la fiamma
della speranza in Cristo risorto”.
Come detto, il videomessaggio del
Papa è stato presentato stamani in Sala Stampa Vaticana, dove il direttore padre Federico
Lombardi ha illustrato le tappe del viaggio apostolico negli USA. La conferenza stampa
è stata seguita per noi da Alessandro Gisotti: Un
viaggio breve, ma intenso, ricco di appuntamenti di grande significato non solo spirituale:
padre Federico Lombardi ha innanzitutto ricordato la genesi dell’ottavo viaggio internazionale
di Benedetto XVI, durante il quale il Papa celebrerà il suo 81.mo compleanno e il
suo terzo anniversario di Pontificato: “L’origine di
questo viaggio è l’invito alle Nazioni Unite, già fatto da Kofi Annan e ribadito e
rinnovato da Ban Ki-moon. Le visite dei Papi alle Nazioni Unite sono già state tre:
Paolo VI una volta e due volte Giovanni Paolo II. Normalmente, sono avvenute in ottobre,
perchè ottobre è il tempo in cui comincia l’Assemblea generale. Quest’anno ci sono
le elezioni negli Stati Uniti , come sapete, e non era possibile fare un viaggio in
ottobre". Nell’atteso appuntamento al Palazzo di Vetro, del
18 aprile, ha rilevato il direttore della Sala Stampa, il Papa parlerà dei fondamenti
dei diritti umani. Proprio quest’anno, all’ONU si celebra il 60.mo della Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo. Il viaggio avrà anche una significativa dimensione
pastorale. Il Papa incontrerà tutte le componenti principali della Chiesa americana,
dai cardinali ai presuli, dai sacerdoti e religiosi agli esponenti del laicato cattolico.
Tre le grandi Messe previste, durante il viaggio: una allo stadio di Washington e
due a New York, nella cattedrale di St Patrick e, domenica 20, allo Yankee Stadium.
Come prevedibile, c’è grande attesa da parte dei media americani per l’incontro alla
Casa Bianca, il 16 aprile, tra il Papa e il presidente George W. Bush. Tuttavia, citando
i risultati di un sondaggio commissionato dai Cavalieri di Colombo, padre Lombardi
ha messo l’accento sulle vere aspettative degli americani:
“Tra gli
americani, la prima attesa non è cosa dirà sull’Iraq, ma cosa dirà su Dio nella nostra
vita quotidiana e quali saranno i messaggi di carattere religioso e morale che il
Papa ci porterà”. L’ultimo giorno della visita, domenica 20,
si aprirà con l’evento forse più emozionante del viaggio: la visita e il momento di
preghiera di Papa Benedetto a Ground Zero. Qui, il Santo Padre incontrerà alcuni
superstiti e alcuni familiari delle vittime della tragedia dell’11 settembre:
“E’
un evento molto semplice ed anche non molto lungo. Si prevede che duri in tutto una
mezz’ora. Ovviamente, ha un immenso significato di carattere spirituale e simbolico”.
Nel viaggio, sarà dato spazio anche ad incontri ecumenici ed
interreligiosi. Una speciale attenzione, in particolare, al mondo ebraico: il Papa
visiterà una sinagoga di New York e rivolgerà un augurio agli ebrei in occasione della
loro festività di Pasqua.