2008-04-08 14:34:48

In corso a Itaici, nello Stato di San Paolo, la plenaria dei vescovi brasiliani. Intervista con il cardinale Odilio Pedro Scherer


È iniziata la seconda settimana di lavori alla 46.ma Assemblea generale della Conferenza episcopale brasiliana, iniziata lo scorso 2 aprile. Fino a venerdì prossimo, gli oltre 300 vescovi - ospitati nella Casa di ritiro dei Gesuiti ad Itaici, nello Stato di San Paolo - continueranno a dedicare la loro attenzione in modo particolare alle direttive generali dell’azione evangelizzatrice della Chiesa in Brasile e al confronto sul documento di Aparecida, oltre a vari altri argomenti: dalla missione continentale, all’Anno paolino, alle questioni sociali ed etiche del Paese. Silvonei Protz ha parlato con il cardinale arcivescovo di San Paolo, Odilio Pedro Scherer, dell’andamento della plenaria:RealAudioMP3


R. - Anzitutto, c’è bisogno di un approfondimento della fede nell’incontro rinnovato con il Signore Gesù nel riconoscimento che noi siamo suoi discepoli, e quindi, in quanto discepoli, dobbiamo conoscere meglio il Maestro, dobbiamo avvicinarci a lui, dobbiamo guardare a lui, seguirlo, sentire la sua presenza nella Chiesa come una presenza viva: “Il Signore è in mezzo a noi”, è il messaggio della Pasqua. Poi, Aparecida ha pure indicato che è il momento di un grande lavoro missionario. La nostra Chiesa deve essere profondamente missionaria, non solo mentre invia alcuni missionari chissà dove, ma è tutta la Chiesa che deve sentirsi missionaria.

 
D. - In questo momento, in Brasile, la Chiesa, i cattolici stanno facendo anche una - per così dire - “battaglia” per la vita contro la legalizzazione dell’aborto: una cosa molto forte, vissuta a livello nazionale. Che fotografia lei dà oggi del Brasile “pro vita”?

 
R. - Un importante giornale di Saõ Paulo ha pubblicato un’indagine che dice che il 68 per cento dei brasiliani sono contrari all’aborto, e questo ci conforta. Sappiamo che in parlamento ci sono dei progetti per legalizzare l’aborto: il ministro della Sanità vorrebbe legalizzato l’aborto come politica pubblica per ridurre la mortalità infantile e quella materna. Certo, noi non siamo d’accordo con il ministro sul fatto che questa sia una buona politica in ambito sanitario: una buona politica sanitaria sarebbe incentivare la vita, la salute, non la morte. Quindi, c’è sì una grande “battaglia” che da qualche anno stiamo sostenendo anche tramite movimenti, gruppi che vogliono fare introdurre la legalizzazione dell’aborto in Brasile. Sentiamo che in qualche modo i nostri appelli, le nostre riflessioni lasciano il segno anche sull’opinione pubblica, nel senso che gran parte di essa è contraria all’aborto, non solo perché sono cattolici o perché vanno in chiesa, ma perché veramente hanno capito che non si può attentare in questo modo contro una vita innocente e indifesa. Speriamo che questa convinzione in favore della vita si estenda ulteriormente e che i nostri parlamentari non vogliano poi votare delle leggi contrarie a quello che è anche il sentimento del popolo. La vita dev’essere comunque difesa, ovunque e sempre, anche se ci sono leggi contrarie.







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