2008-04-07 20:03:14

STATI UNITI/RDC L’arcivescovo di Bukavu si appella alla generosità dei cattolici americani per aiutare il Congo non ancora del tutto pacificato




WASHINGTON, 7 apr 08 - La Repubblica Democratica del Congo ha ancora bisogno della generosità degli Stati Uniti per consolidare la pace e la democrazia nel Paese, ancora fragili dopo decenni di guerre e violenze. Lo ha affermato l’arcivescovo congolese di Bukavu, mons. François Maroy Rusengo durante una visita nei giorni scorsi a Washington, dove ha incontrato esponenti politici e responsabili della Conferenza episcopale (USCCB) per chiedere altri aiuti a sostegno del processo di pacificazione nell’ex-Zaire. Un processo che non si può dire concluso, soprattutto in alcune aree come appunto l’arcidiocesi di Bukavu, dove la popolazione continua a subire violenze e vessazioni da parte delle milizie. “I miliziani - ha denunciato l’arcivescovo all’agenzia Cns – continuano a stuprare, saccheggiare e a reclutare bambini”. A preoccupare in particolare il presule sono i giovani che costituiscono la metà della popolazione congolese: “Non hanno un lavoro e non vedono alcun futuro ed è difficile trovare una risposta a questo problema”. Per uscire da questa situazione, mons. Maroy ha ribadito che è indispensabile l’aiuto della comunità internazionale e, in particolare, di una superpotenza come gli Stati Uniti: “Il governo statunitense deve incoraggiare il dialogo, mentre l’ONU deve promuovere il buon governo”. Ma un Paese povero come la Repubblica Democratica del Congo ha anche bisogno di aiuti economici. Il presule si è appellato in particolare alla solidarietà dei cattolici: “I cattolici americani possono condividere il loro benessere”, ha detto.
(Cns – ZENGARINI)








All the contents on this site are copyrighted ©.