2008-04-07 14:02:20

I martiri cristiani, testimoni dell’amore di Dio, nel magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI


Con la visita di Benedetto XVI, oggi pomeriggio, alla Basilica di San Bartolomeo all’isola Tiberina, si porrà l’accento sulla straordinaria testimonianza dei martiri cristiani del XX secolo. Un tema fortemente presente nel Magistero del Papa e del suo predecessore Giovanni Paolo II che volle proprio dedicare la chiesa di San Bartolomeo ai testimoni eroici della fede del secolo scorso. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
 
(musica)

 
“Nel nostro secolo sono ritornati i martiri, spesso sconosciuti, quasi militi ignoti della grande causa di Dio”: Giovanni Paolo II lo sottolinea con forza nella Lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente del 1994. E aggiunge: “Per quanto è possibile non devono andare perdute nella Chiesa le loro testimonianze”. Proprio per rispondere a questa esigenza, Giovanni Paolo II nell’Anno Giubilare presiede al Colosseo una commemorazione ecumenica dei testimoni della fede del XX secolo. “Quanti cristiani – avverte - in ogni continente, nel corso del Novecento hanno pagato il loro amore a Cristo anche versando il sangue”. Ed anche ai giovani, nell’indimenticabile GMG di Torvergata del 2000, Papa Wojtyla rammenta l’attualità del martirio che sempre accompagna la vita della Chiesa:
 
“Anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro, di Tommaso, dei primi apostoli e dei testimoni, comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio: il martirio di chi, oggi come ieri, è chiamato ad andare contro corrente per seguire il Maestro divino, per seguire ‘l’Agnello dovunque va’”.
 
Due anni dopo il Giubileo, Giovanni Paolo II decide di associare la Basilica di San Bartolomeo alla memoria degli eroici testimoni della fede del Novecento. A suggellare questa nuova dimensione della Basilica del X secolo è una solenne celebrazione ecumenica presieduta, il 12 ottobre 2002, dal cardinale vicario Camillo Ruini e dal Patriarca ortodosso romeno Teoctist. San Bartolomeo diventa dunque “Luogo memoriale dei Nuovi Martiri del XX secolo”. Come il suo predecessore, anche Benedetto XVI mette l’accento sulla fecondità del martirio cristiano. Ecco come ne tratteggia il significato all’Angelus del 26 dicembre scorso, solennità di Santo Stefano Protomartire:

 
“Il martire cristiano attualizza la vittoria dell’amore sull’odio e sulla morte. Preghiamo per quanti soffrono a motivo della fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Maria Santissima, Regina dei Martiri, ci aiuti ad essere testimoni credibili del Vangelo, rispondendo ai nemici con la forza disarmante della verità e della carità”.

 
Già nella prima uscita pubblica dopo l’elezione alla Cattedra di Pietro, visitando la Basilica di San Paolo il 25 aprile del 2005, Benedetto XVI aveva sottolineato che “il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”. Dunque, era il suo auspicio, “all’inizio del terzo millennio è lecito attendersi una rinnovata fioritura della Chiesa, specialmente là dove essa ha maggiormente sofferto per la fede e per la testimonianza del Vangelo”. E proprio la memoria, il ricordo è il messaggio che s’irradia da San Bartolomeo all’Isola Tiberina: sono ben 13 mila le testimonianze del martirio custodite nei locali della Basilica. Raccontano storie conosciute come quella di don Andrea Santoro, del vescovo Oscar Romero, di padre Massimiliano Kolbe, ma anche, come richiamato da Karol Wojtyla, di militi ignoti della grande causa di Dio.

 
(musica)







All the contents on this site are copyrighted ©.