Francia: concluso ieri a Benoîte-Vaux il congresso della pastorale dei nomadi
Circa 300 tra gitani, rom, nomadi, religiosi e sacerdoti si sono radunati in Francia,
a Benoîte-Vaux, per partecipare al Congresso nazionale 2008 della pastorale dei nomadi.
Un incontro che ha permesso di “dare nuova linfa al lavoro dei rappresentanti pastorali
e di riflettere su cosa fare per evangelizzare i nomadi”, ha detto Padre Claude Dumas,
cappellano nazionale della Pastorale dei nomadi. Durante i tre giorni di lavori, che
si sono conclusi ieri, i partecipanti si sono confrontati sul tema: “Popolo nomade,
abbi fede, Dio ti ama”. Il Congresso ha luogo ogni volta in una regione diversa della
Francia: una scelta, ha sottolineato Padre Dumas, dovuta a due motivi: “Questo procedimento
dà la possibilità di partecipare, almeno una volta nella vita, alle famiglie che non
possono spostarsi troppo lontano. Inoltre, il Congresso raduna i diversi gruppi locali
intorno al processo organizzativo, una fase che comporta un grande lavoro, ma dalla
quale nasce uno scambio che si protrae ben oltre il singolo avvenimento”. D’altronde,
già da qualche anno, alcuni congressi sono organizzati da strutture non religiose:
“Ciò ha permesso ai nomadi – ha sottolineato Padre Dumas – di allacciare dei contatti
inediti con le popolazioni stanziali, tra cui le comunità cristiane locali, i servizi
municipali. È ormai una costante che questi congressi permettano l’incontro fra nomadi
e stanziali e contribuiscano anche a far cadere qualcuno dei pregiudizi di cui gli
zingari sono vittime”. La cappellania dei nomadi è nata all’indomani della seconda
guerra mondiale dalla volontà di alcuni religiosi e laici, coscienti della grande
povertà in cui il conflitto aveva lasciato uomini e donne. Agli inizi degli anni ’70,
la cappellania dei nomadi è diventata movimento cattolico dei nomadi stessi. Oggi,
la pastorale è una delle componenti del Servizio nazionale della Pastorale per i migranti
e gli itineranti. (R.P.)