Ripartire dai nonni, presenza viva nella famiglia, per rispondere alla mentalità individualistica:
così il Papa alla plenaria del dicastero per la Famiglia. Intervista con il cardinale
Claudio Hummes
Valorizzare la presenza dei nonni nelle famiglie: è l’invito di Benedetto XVI nell’udienza
ai partecipanti alla XVIII assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la Famiglia,
che ha avuto per tema: “I nonni: la loro testimonianza e presenza nella famiglia”.
Il Papa ha rivolto un affettuoso pensiero al cardinale capo dicastero, Alfonso López
Trujillo, assente per malattia, augurandogli una pronta guarigione. L’indirizzo di
saluto è stato rivolto dal Papa al cardinale Ricardo Vidal, membro del Comitato di
presidenza del pontificio consiglio. Il servizio di Alessandro Gisotti:
I nonni
sono “un tesoro che non possiamo strappare alle nuove generazioni”: Benedetto XVI
invita a ripartire dai nonni per rispondere alla crisi della famiglia. Fondamentale,
ha detto, è la loro “robustezza di valori e progetti”, “non si può infatti progettare
il futuro senza rifarsi ad un passato carico di esperienze significative e di punti
di riferimento spirituale e morale”:
“Ritornino
i nonni ad essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società. Per
quanto riguarda la famiglia, i nonni continuino ad essere testimoni di unità, di valori
fondati sulla fedeltà ad un unico amore che genera la fede e la gioia di vivere”. Una
sfida ancor più urgente, è stato il suo richiamo dinanzi a quei cosiddetti “nuovi
modelli di famiglia” ed al “relativismo dilagante” che “hanno indebolito” i valori
fondamentali del nucleo familiare. Da più parti, ha rilevato, “sembra purtroppo avanzare
la cultura della morte, che insidia anche la stagione della terza età. Con crescente
insistenza si giunge persino a proporre l’eutanasia come soluzione per risolvere certe
situazioni difficili”:
“Oggi, l’evoluzione economica
e sociale ha portato profonde trasformazioni nella vita delle famiglie. Gli anziani,
tra cui molti nonni, si sono trovati in una sorta di 'zona di parcheggio': alcuni
si accorgono di essere un peso in famiglia e preferiscono vivere soli o in case di
riposo, con tutte le conseguenze che queste scelte comportano”.
Per
questo, è stata la sua esortazione, “la vecchiaia, con i suoi problemi legati anche
ai nuovi contesti familiari e sociali a causa dello sviluppo moderno, va valutata
con attenzione e sempre alla luce della verità sull’uomo, sulla famiglia e sulla comunità”:
“Occorre
unirsi per sconfiggere insieme ogni emarginazione, perché ad essere travolti dalla
mentalità individualistica non sono solo loro - i nonni, le nonne, gli anziani - ma
tutti. Se i nonni, come spesso e da più parti si dice, costituiscono una preziosa
risorsa, occorre mettere in atto scelte coerenti che permettano di valorizzarla al
meglio”.
“Occorre sempre reagire con forza a
ciò che disumanizza la società”, ha ribadito il Papa. Quindi, ha esortato le comunità
parrocchiali e diocesane “a venire incontro alle moderne esigenze degli anziani”.
Pensando ai nonni “alla loro testimonianza di amore e di fedeltà alla vita”, ha detto
ancora, “vengono in mente le figure bibliche di Abramo e Sara, di Elisabetta e Zaccaria,
di Gioacchino e Anna”, tutti costoro “ci ricordano come in ogni età il Signore chiede
a ciascuno l’apporto dei propri talenti”. Benedetto XVI ha, infine, rivolto lo sguardo
al VI Incontro Mondiale delle Famiglie, che si celebrerà in Messico nel gennaio del
2009. “Tutte le famiglie cristiane del mondo - ha affermato - guardano a questa nazione
‘sempre fedele’ alla Chiesa, che aprirà le porte a tutte le famiglie del mondo”.
Dunque,
con l’udienza del Papa, nella tarda mattinata di oggi, si sono conclusi i lavori dell’assemblea
plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Per una visione di insieme di quanto
è stato discusso in questi giorni, Giovanni Peduto ha intervistato il cardinale
Claudio Hummes, membro del dicastero della Famiglia, nonché prefetto della Congregazione
per il Clero, il quale ha seguito i lavori dell’Assemblea plenaria:
R. -
Si tratta di un profilo senz’altro positivo. Sono stati studiati e discussi, durante
i lavori della plenaria, i problemi che i nonni devono affrontare in questa nuova
cultura, in questo nuovo momento storico, in questa nuova realtà caratterizzata da
alcuni cambiamenti nei rapporti familiari e dove alcuni nonni ed alcune nonne non
sembrano trovarsi molto ben inseriti. Quello che è emerso da questi giorni di studio
è anzitutto il fatto che i nonni non rappresentano assolutamente un peso nella società,
così come non rappresentano un peso all’interno stesso della famiglia. Anzi la figura
dei nonni rappresenta una ricchezza che le famiglie devono riconoscere, accogliere,
amare e alla quale dare tutto il sostegno possibile. E questo perché i nonni rappresentano
una ricchezza non certo relativa al progresso tecnologico e scientifico di oggi, ma
una ricchezza della saggezza della vita, dell’esperienza della vita, del senso fondamentale
della vita e del senso della storia della vita umana e della società umana, perché
non possiamo rinunciare al nostro passato. E’ fondamentale la memoria del passato
per comprendere la vita e per comprendere i nostri compiti nella vita stessa. I nonni
- come è stato detto - sono una “biblioteca viva” della memoria della vita, del senso
e della saggezza della vita. E noi oggi abbiamo un gran bisogno di questo senso della
vita, soprattutto in un mondo dove sembra mancare e nel quale sembra quasi si debba
aver paura, alcune volte, di interrogarsi sul senso stesso della vita. C’è chi, semplicemente,
rifiuta il fatto che la vita abbia un senso maggiore, più grande e trascendente. Per
tutto questo, i nonni rappresentano veramente una grande ricchezza, ma devono anche
essere presenti riguardo all’aspetto evangelico, alla vita della fede. Ai nipoti,
i nonni riescono a passare soprattutto un amore ed una testimonianza di fede e di
pratica della fede, ma passano ai nipoti anche un esempio di vita, e l’esempio è più
forte di molte parole. Io mi ricordo di mia nonna, la madre di mio padre, l’unica
che purtroppo ho conosciuto dei miei nonni, che per noi è stata sempre un esempio
fortissimo di vita religiosa. Mia nonna, tutte le domeniche, andava ad ascoltare la
Messa e lo faceva in quella realtà non facile che caratterizzava la vita rurale in
Brasile, camminando per almeno un’ora. Ma tutte le domeniche lei andava in Chiesa
e questo io lo ricordo con grande piacere, perché per noi nipoti era veramente una
persona che ci dava un esempio molto grande ed importante.
D.
- Si è parlato in questi giorni della figura dei nonni in altre culture, ad esempio
in quelle africane. Cosa è emerso di significativo dal confronto tra Nord e Sud del
mondo su questo argomento?
R. - Io credo che il Nord
sia più caratterizzato dalla nuova cultura post-moderna, urbana, pluralista, relativista,
mentre il Sud del pianeta è caratterizzato ancora da società forse più religiose.
E questo lo si è visto e lo si è sentito anche in questa occasione, durante i lavori
dell’Assemblea plenaria.
D. - L’anziano è un "custode
della memoria" nella famiglia, che può offrire il suo contributo pedagogico, ma è
anche una persona alla quale si deve in molti casi cura ed assistenza. C’è ancora
questa sensibilità nelle società occidentali, dove l’idea stessa di infermità viene
rimossa insieme con chi ne è colpito?
R. - Credo
che questo manchi un po’. Credo che manchi questa cultura che è dovuta, ed è doveroso,
agli anziani e ai nonni. Dobbiamo essere più attenti e soprattutto più amorevoli.