Il governo della Repubblica Ceca ratifica l'accordo di dicembre sull’indennizzo alle
Chiese
Il governo ceco ha ratificato mercoledì l’accordo siglato lo scorso dicembre sull’’indennizzo
alle Chiese per i beni confiscati durante il passato regime comunista. Il disegno
di legge, adottato all’unanimità da tutti i membri del Consiglio dei Ministri, attende
adesso il vaglio del Parlamento. L’accordo, raggiunto dopo un annoso contenzioso,
prevede il ritorno alle Chiese di un terzo delle proprietà espropriate e un indennizzo
che lo Stato pagherà a rate in un lasso di tempo di 60 anni. La cifra rappresenta
il risarcimento per gli espropri effettuati dal governo comunista a partire dal 25
febbraio 1948 su terreni ed edifici ecclesiastici oggi adibiti ad altro uso e non
restituibili. Contraria al compromesso, resta l’opposizione social-democratica, che
ha già dichiarato battaglia preannunciando la presentazione, in Parlamento, di una
proposta di legge alternativa. Anche nella maggioranza non mancano voci discordi sulla
cifra concordata, giudicata eccessiva. Compresi gli interessi, ammonterà complessivamente
ad una somma stimata in 10 miliardi di euro. Per il ministro della Cultura Vaclav
Jehlicka, che ha condotto le trattative per il governo lo scorso autunno, l’accordo
invece “soddisfa tutte le parti in causa”. Il presidente Vaclav Klaus si è detto in
linea di principio favorevole a promulgare la legge. (L.Z.)