ZIMBABWE Appello delle Chiese cristiane dell’Africa australe a evitare violenze nell’attuale
delicata fase post-elettorale
CAPE TOWN, 3 apr 08 - I leader delle Chiese dell’Africa meridionale hanno
rivolto un pressante appello agli esponenti politici dello Zimbabwe “a trattenere
i propri sostenitori da ogni violenza” in questa delicata fase post-elettorale, in
cui resta ancora incerto l’esito delle elezioni presidenziali. “Ci appelliamo ai leader
politici a perseguire la via della pace”, si legge nella dichiarazione diffusa mercoledì
ad Harare dalla “Regional Faith-Based Initiave”, l’iniziativa promossa dall’Associazione
interregionale dei vescovi dell’Africa Australe e dai Consigli delle Chiese cristiane
della regione insieme all’Associazione degli Evangelici dell’Africa per monitorare
lo svolgimento delle elezioni. Nella dichiarazione i leader cristiani esprimono “frustrazione
e delusione” per la decisione del governo di Mugabe di negare ai rappresentanti delle
Chiese cristiane l'accredito di osservatori elettorali. “Siamo scioccati dal fatto
che lo Zimbabwe, essendo uno dei Paesi firmatari del trattato della Comunità di Sviluppo
dell'Africa australe (SADC), che prevede la creazione di un quadro per permettere
elezioni libere e corrette, abbia violato le linee guida del trattato”. Mentre
al Parlamento è ormai certa la vittoria dell’opposizione, si attende ancora il conteggio
ufficiale e la diffusione dei risultati delle presidenziali. Il Movimento per il Cambiamento
Democratico (MDC), all'opposizione, ha già proclamato vincitore il proprio leader
Morgan Tsvangirai con il 50,3 per cento dei voti, un dato contestato dal partito del
presidente Mugabe, lo ZANU-PF, secondo il quale alle presidenziali la corsa è ancora
aperta e sarà probabilmente necessario andare al ballottaggio. (Cns; Cisa - ZENGARINI)