Prosegue l’emergenza umanitaria in Bangladesh dopo il passaggio del ciclone "Sidr"
In Bangladesh a quasi cinque mesi dal devastante passaggio del ciclone "Sidr" sono
pesantissime le conseguenze sul piano umano ed economico. In seguito alla calamità
del 15 novembre scorso i morti sono stati oltre quattro mila. Anche grazie alle nuove
misure di prevenzione, il bilancio è stato meno tragico rispetto ai cicloni che colpirono
il Paese nel 1970, mezzo milione di vittime, e nel 1990 con 140 mila morti. Tuttavia
– riporta l’Osservatore Romano - il costo in termini economici rischia di essere assai
più grave. Nell’area del sud-ovest del Paese, una delle maggiori risaie del mondo,
due milioni e 300 mila persone sopravvivono solo grazie agli aiuti umanitari distribuite
dalle agenzie delle Nazioni Unite. I fondi scarseggiano; si paventa il rischio che
non bastino per sfamare la popolazione fino al prossimo mese di novembre quando è
atteso il nuovo raccolto: "Sidr" infatti ne ha distrutto quello precedente. Le inondazioni,
oltre ad aver cancellato interi villaggi, hanno anche avvelenato le acque del Golfo
del Bengala una piana prima feritilissima. Adesso le acque sono ingiallite e, in attesa
delle piogge di maggio che la purifichino, milioni di contadini non hanno la possibilità
di piantare nuovamente riso e quindi di raccoglierlo entro la fine dell’anno. (E.
B.)