Si svolge da oggi a domenica prossima a Roma il Colloquio internazionale teologico/pastorale
sul tema: “I carismi e il Rinnovamento Carismatico nella Chiesa cattolica”, promosso
dai due principali organismi di coordinamento del Rinnovamento Carismatico: l’ICCRS
(International Catholic Charismatic Renewal Services) e la CFCCCF (Catholic Fraternity
of Charismatic Covenant Communities and Fellowships), in collaborazione con il Pontificio
Consiglio per i Laici. L’evento, unico nel suo genere, riunisce nella condivisione
e nella preghiera diversi leader del Rinnovamento Carismatico provenienti da tutto
il mondo insieme con alcuni vescovi a rappresentanza della Santa Sede. Ma che cosa
sono i carismi dello Spirito Santo? Giovanni Peduto lo ha chiesto al professor
Matteo Calisi, presidente della Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities
and Fellowships:
R. –
I carismi dello Spirito Santo sono doni gratuiti dati alla Chiesa, ai singoli fedeli,
per l’edificazione della Chiesa intera. Questo argomento è tornato di attualità nella
Chiesa contemporanea già a partire dal Concilio Vaticano II, in cui il Papa insieme
con i vescovi hanno affermato l’attualità dei carismi, sia quelli ordinari che quelli
straordinari, che sono utili all’edificazione della Chiesa e all’espansione della
Chiesa. Lo stesso Nuovo Catechismo della Chiesa cattolica precisa che questi carismi
non sono estranei a quella che è un’attività pastorale nella Chiesa ordinaria. Quindi,
possiamo ancora oggi aspettarci questi carismi, ordinari o straordinari, che appartenevano
all’età apostolica.
D. – Cosa vi aspettata da questo
Colloquio?
R. – Una riflessione teologico-pastorale
offerta da alcuni specialisti, teologi, leader del Rinnovamento carismatico e rappresentanti
della Santa Sede, per fare il punto sulla situazione, su questo movimento carismatico
che si è diffuso così rapidamente a partire dagli anni ’60 in più di 150 milioni di
cattolici. Sappiamo che questa riflessione era già cominciata sin dal suo sorgere
con il cardinale Suenens che aiutò i carismatici a riflettere sulla natura della Chiesa
con i celebri colloqui di Malines. Questa riflessione è proseguita poi in un secondo
colloquio, tenutosi nel 2001, sulla nota della Dottrina della Fede circa la preghiera
di guarigione. Oggi ritorniamo nuovamente come Rinnovamento carismatico a riflettere
come questi carismi possano essere usati nella pastorale ordinaria della Chiesa. D. - Come procede, a suo avviso, il processo di integrazione dei carismi
nella quotidianità delle realtà locali come le parrocchie? Sono ancora visti con diffidenza
dalle altre realtà ecclesiali più tradizionali?
R.
– Sicuramente rappresentano una novità questi carismi, ma anche i carismatici stessi
rappresentano in sé una novità. In realtà, un carismatico è un cristiano ordinario,
cioè è un uomo che si lascia guidare dallo Spirito Santo. E’ ovvio che questa novità
dei carismi, che è stata trascurata per tanti anni, forse anche secoli, nella pastorale
ordinaria, ha creato qualche difficoltà. Per questa ragione il tentativo del Rinnovamento
carismatico cattolico è quello di non creare un movimento di carismatici a parte nella
Chiesa, quanto permettere che questa esperienza dello Spirito, di cui il Rinnovamento
carismatico ha preso coscienza, possa entrare in quella che è l’attività normale delle
parrocchie.
D. - Tra gli speaker dell’evento diversi
Vescovi nonché il Presidente del Pontificio Consiglio per i laici, il cardinale Stanislao
Rylko, a testimonianza dell’attenzione di ICCRS e CFCCCF all’ascolto dei propri Pastori.
Ci sono argomenti in particolare sui quali attendete parole significative da parte
della Chiesa?
R. – Sì, noi siamo veramente grati
al Santo Padre e al Dicastero dei laici, nella persona del cardinale Stanislaw Rylko,
per la cura pastorale e l’attenzione riservata al Movimento carismatico. Noi ci attendiamo
una parola da parte della Santa Sede, affinché la Chiesa in generale possa vedere
il Rinnovamento carismatico non come un’Associazione o un gruppo apostolico accanto
ad altri, quanto aiutare la Chiesa in generale ad accogliere questo nuovo soffio dello
Spirito, questa dimensione carismatica, che non è una prerogativa di un movimento
ecclesiale, ma appartiene a tutta la tradizione della Chiesa cattolica.
D.
- Oggi si parla molto nel RCC di diffondere nel mondo quella che Giovanni Paolo II
e Benedetto XVI hanno definito la “cultura di Pentecoste”. Può essere questo Colloquio
un’occasione per uno slancio nuovo nella diffusione della grazia di Pentecoste nel
mondo?
R. – Sicuramente il Movimento carismatico
è stato suscitato dallo Spirito per ricordarci la grande opera e la persona dello
Spirito Santo, che per molto tempo, pur essendo presente, era trascurato nella pietà
popolare, possiamo dire. Quindi, il Rinnovamento carismatico ripone l’accento sull’iniziativa
che parte da Dio, parte dallo Spirito Santo. Per cui nella Chiesa nulla è possibile
costruire se non per opera dello Spirito Santo. Questo è il nostro augurio, che attraverso
questo Colloquio e attraverso la stessa esistenza del movimento carismatico, la Chiesa
prenda coscienza di questa dimensione pneumatologica e diffonda sempre più ai nostri
giorni la cultura della nuova Pentecoste.